PREMIO STREGA PER IL ROMANZO "UNA MINIMA INFELICITÀ" DI CARMEN VERDE
La Fondazione è lieta di comunicare che la collega Carmen Verde ha superato le selezioni del Premio Strega con un suo splendido romanzo.
UNA MINIMA INFELICITÀ un romanzo vertiginoso. Una nave in bottiglia che non si può smettere di ammirare. Annetta racconta la sua vita vissuta all’ombra della madre, Sofia Vivier. Bella, inquieta, elegante, Sofia si vergogna del corpo della figlia perché è scandalosamente minuto. Una petite che non cresce, che resta alta come una bambina. Chiusa nel sacrario della sua casa, Annetta fugge la rozzezza del mondo di fuori, rispetto al quale si sente inadeguata. A sua insaputa, però, il declino lavora in segreto. È l’arrivo di Clara Bigi, una domestica crudele, capace di imporle regole rigide e insensate, a introdurre il primo elemento di discontinuità nella vita familiare. Il padre, Antonio Baldini, ricco commerciante di tessuti, cede a quella donna il controllo della sua vita domestica. Clara Bigi diventa cosí il guardiano di Annetta, arrivando a sorvegliarne anche le letture. La morte improvvisa del padre è per Annetta l’approdo brusco all’età adulta. Dimentica di sé, decide di rivolgere le sue cure soltanto alla madre, fino ad accudirne la bellezza sfiorita. Allenata dal suo stesso corpo alla rinuncia, coltiva con ostinazione il suo istinto alla diminuzione. Ogni pagina di questo romanzo ci mostra cosa significhi davvero saper narrare utilizzando una lingua magnifica che ci ipnotizza, ci costringe ad arrivare all’ultima pagina, come un naufragio desiderato. Questo libro è il miracolo di una scrittrice che segna un nuovo confine nella narrativa di questi anni.
È a Philadelphia ed è un ufficio postale a tutti gli effetti ma senza zip code (CAP), fondato nel 1975 nella casa che due secoli prima era appartenuta a Benjamin Franklin, Padre fondatore, nonché Postmaster durante gli anni delle 13 colonie. Perciò non c'è la bandiera che al tempo ancora non esisteva. Si possono scrivere solo lettere con pennino e calamaio e gli impiegati hanno gli abiti dell'epoca.
FILATELIA
La Fondazione Proposta riprende la pubblicazione dei francobolli e dei bollettini illustrativi , partendo dalle emissioni di gennaio del 2022.
Vedi link alla sezione FILATELIA
*LA BASILICA DI SANTA MARIA IN VADO*
Santa Maria in Vado a Ferrara prende il suo nome da un guado (vado) sul fiume Po che un tempo scorreva a sud della città. Alla fine del XV secolo si rivela necessario ricostruire l'antica chiesa che
versa in cattive condizioni. L'attuale edificio, voluto da Ercole I° d'Este, risale al 1495 ed è opera dell'architetto Biagio Rossetti. Nel 1594 viene costruito, per volontà del Duca Alfonso II
d'Este, un piccolo santuario all'interno della basilica in ricordo del miracolo eucaristico avvenuto il giorno di Pasqua del 1171 quando dall'ostia consacrata spezzata durante la funzione religiosa
zampilla sangue che bagna la volta attorno l'altare. Oggi, 28 marzo, anniversario dell'evento esce un Francobollo con l'immagine del "Santuario del Preziosissimo Sangue" dove è stata traslata la
volta dell’antica chiesa da secoli oggetto di devozione popolare.
[Riccardo Marzola]
MERCURIO (HERMES)
PNRR OPPORTUNITA' PER L'ITALIA CON IL PROGETTO PIPE§NET
Physical
Internet – Pipe§Net è un sistema di trasporto
ad alta capacità, integrato ed intermodale, che consente un rapidissimo e capillare spostamento delle merci leggere con pochissima energia a zero impatto ambientale. La tecnologia Pipe§Net permette
spedire merci (circa 40 kg) all’interno di capsule mosse senza attrito a velocità elevatissime (fino a 1.500 o 2.000 km/h), da un motore elettrico lineare a levitazione magnetica (MAGLEV) all’interno
di tubi ad aria evacuata. Le condotte depressurizzate, in cui viaggiano le capsule contenenti le merci, sono interconnesse tra loro grazie a sistemi di deviazione magnetica ad alta velocità. In tal
modo si realizza una vera e propria rete logistica che si può estendere, non solo sulla superficie terrestre (es. in affiancamento ad infrastrutture esistenti), ma anche nei fondali marini. La
struttura del nuovo sistema di logistica e movimentazione merci ad alta capacità (oltre 1 ton/secondo) è adatto all’intermodalità con altri sistemi di trasporto e può essere integrato anche con
aerovie per droni. In tale prospettiva sono allo studio droni attrezzati per le consegne ultimo miglio da e per i balconi delle abitazioni, con consegna della merce (fino a 8 kg) e ritiro dei rifiuti
domestici per la raccolta differenziata.
fondazione proposta HORIZON2020 PIPE§NET nel 2017
La fondazione proPosta ha partecipato al bando Horizon2020 MG-7-2-2017 dal titolo:”Optimisation of transport infrastructure including terminals”. L’obiettivo era ottenere un finanziamento a fondo perduto dalla Commissione Europea. La call era divisa in due fasi alla prima che aveva scadenza 26 Gennaio 2017 hanno partecipato 29 consorzi e alla seconda fase sono stati ammessi solo 9 gruppi fra cui quello in cui ha partecipato la fondazione proPosta. La fondazione proPosta partecipa al consorzio coordinato dall’Università Tecnica di Berlino. La seconda fase ha avuto scadenza il 19 Ottobre 2017 prevedeva la sottomissione di una descrizione del progetto più esaustiva rispetto a quella presentata nella prima fase.
Purtroppo siamo arrivati ingiustamente secondi e non siamo stati finanziati.....
Nell'immagine sottostante i nominativi dei partecipanti al consorzio
IL PROF. FRANCO COTANA DIVENTERA' IL NUOVO MEUCCI / MARCONI ????
Purtroppo l'Italia molto volte è irdonicamente considerata: "un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori” ma alla fine sono altri che si prendono il merito e fanno fortuna!
Graham Bell è considerato l'inventore del telefono, mentre invece il vero inventore è stato ANTONIO MEUCCI che tranquillamente può essere ritenuto il ‘padre’ del dispositivo di comunicazione a distanza che all’insaputa del suo inventore non solo rivoluzionò il mondo il secolo scorso ma continua a essere centrale nel mondo della cultura digitale. La stessa sorte accadde a Guglielmo Marconi l'inventore del Telegrafo senza Fili e lo stesso sta per accadere al Prof. Franco Cotana.
Il Prof. Franco Cotana e il suo Team hanno inventato Pipe§Net, e negli anni hanno eseguito approfondimenti, ricerche e sperimentazioni producento fin dal 2006 molti brevetti; nel 2011 viene pubblicato un articolo sull'Economist http://www.economist.com/node/17848523 e poco dopo negli USA Elon Musk presenta Hyperloop copiando letteralmente l'idea solo ingrandendola per traspostare le persone....
Elon Musk ha detto: "i primi turisti che visiteranno il pianeta Marte dovranno essere pronti a morire'' ha dimenticato di aggiungere lo stesso per Hyperloop... mentre invece sia la fondazione proPosta sia ASSIDIPOST-FEDERMANAGER concordano pienamente con la visione del Prof. Cotana che vede molto più fattibile focalizzarsi all'inizio solo sulla logistica, muovendo esclusivamente pacchi e merci con Pipe§Net, un nuovo mezzo di trasporto disruptive, che avrà un time to market molto più veloce rispetto all'idea di Hyperloop di trasportare persone!
BUSTE ARTISTICHE
"Gli americani hanno il telefono; noi no. Abbiamo postini in abbondanza"
Così si esprimeva Sir William Preece, Ingegnere Capo delle Poste Britanniche nel 1878. Le ultime parole famose verrebbe da dire ☺️.
Un tempo neanche tanto lontano si scrivevano molte lettere ed è in quel contesto che si sviluppa il fenomeno delle buste artistiche (envelope art) disegnate a mano dai mittenti e oggi interessante
oggetto di collezionismo.
Sono note ad esempio, e raccolte in un volume le lettere di Cécile Cowdery al marito Raymond durante la seconda guerra mondiale e in particolare fra il 1942 e 1943. Eccone alcune.
[Riccardo Marzola]
Francobollo in stoffa formato mascherina FFP2
Curiosità filatelica (di stretta attualità): francobollo in stoffa formato mini mascherina FFP2 emesso dalle Poste austriache. Ha un valore nominale di 2,75 € e può essere utilizzato per affrancare lettere come i francobolli convenzionali.
[Riccardo Marzola]
L'Aéropostale
L'Aéropostale (formalmente Compagnie Générale Aéropostale) è stata una compagnia aerea francese attiva dal 1927 al 1933 quando è stata fusa con altre compagnie francesi per formare l'Air France. L'idea era quella di una linea aerea consacrata al servizio postale ma anche al trasporto di passeggeri. Fra i piloti più celebri lo scrittore Antoine de Saint-Exupéry (1900 – 1944) autore del "Piccolo Principe". Nelle immagini il francobollo delle Poste francesi emesso per il centenario della nascita dello scrittpre e alcuni dei manifesti della storica compagnia Aeropostale.
[Riccardo Marzola]
"Aero Espresso Italiana"
La Società Anonima "Aero Espresso Italiana" è stata la prima aerolinea italiana, per gestire la linea Brindisi - Atene - Costantinopoli. Nata nel 1923, ma operativa dal 1926, aveva sede a Roma ed effettuava, come era consuetudine nel periodo, servizi di trasporto passeggeri e di posta aerea internazionali tra gli anni venti e gli anni trenta. Attiva fino al suo assorbimento, nel 1935 della compagnia di bandiera statale Ala Littoria.
[Riccardo Marzola]
"Giornata Mondiale della Posta" - 9 Ottobre
Oggi è la "Giornata Mondiale della Posta" istituita per celebrare l'istituzione a Berna il 9 ottobre 1874 dell'Unione Generale delle Poste di 22 Nazioni (oggi 192). Molteplici le emissioni
filateliche e gli annulli dedicati all'evento. A Berna nel 1909 é stato inaugurato un monumento in bronzo e granito per celebrare l'Unione Postale Internazionale ?
[Riccardo Marzola]
29 Settembre
Il 12 gennaio 1951 con un breve apostolico il Papa Pio XII nomina l'Arcangelo Gabriele, legato alla storia dell'Annunciazione, Patrono delle Poste e delle Telecomunicazioni, ricorrenza che cade
proprio oggi 29 settembre.
In allegato una medaglia commemorativa degli anni '50, il celebre postino di Van Gogh, conservato al museo di Boston, e il "postbote" (portalettere) di Carl Spitzweg riprodotto anche su un
tradizionale boccale di birra.
[Riccardo Marzola]
115 ANNI FA NASCEVA "L'UOMO
DELLO ZUCCHERINO"
"Tanti mi domandano perché non abbia mai brevettato il vaccino. È stato il mio regalo a tutti i
bambini del mondo”. Albert Bruce Sabin, padre del rimedio contro la poliomelite, nasce a Białystok nell'odierna Polonia il 26 agosto 1906. Nella cultura popolare quel successo della medicina datato
1962 e la modalità di somministrazione del siero sono associati al personaggio di "Mary Poppins": "Basta un poco di zucchero, e la pillola va giù..."
Alla figura di questo scienziato sono stati dedicati alcuni francobolli dalle Poste statunitensi
e brasiliane.
[Riccardo Marzola]
SAN ANTONIO DA PADOVA
Fernando Martins de Bulhões (discendente di Goffredo di Buglione) nato a Lisbona il 15 agosto 1195 e morto a Padova il 13 giugno 1231 è meglio noto come S. Antonio da Padova ma anche come S. Antonio da Lisbona. Nel 1195, in occasione dell'8° centenario della nascita, viene fatta una emissione filatelica congiunta da parte delle Poste italiane e portoghesi di due francobolli dedicati al santo che viene celebrato il 13 giugno. Lo stesso anno un francobollo identico viene stampato anche in Brasile del quale S. Antonio è patrono nazionale.
Giornata Mondiale dell’Ambiente
5 Giugno 2021
Sabato 5 giugno si è svolta online la Giornata Mondiale dell’Ambiente, organizzata dall’associazione culturale Territori in collaborazione con More News, che ha visto protagonista la Fondazione
Sorella Natura e Amici del Creato, realtà che testimonia e promuove ogni giorno con il proprio lavoro e quello dei propri associati i principi base per lo sviluppo della cultura e dell’educazione
ambientale, ispirandosi al messaggio di San Francesco d’Assisi.
Una serie di incontri che sono andati oltre i classici slogan sull’ambiente e che hanno presentato progetti e azioni concrete che, come sottolineato dal Prof. Cotana - Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Sorella Natura e Professore Ordinario di Fisica Tecnica Industriale presso l’Università degli Studi di Perugia - attraverso la scienza e la tecnologia possono contribuire al ripristino degli ecosistemi favorendo il passaggio ad un’economia circolare e pulita.
Il Prof. Cotana ha definito apprezzabili tutte le azioni, anche le più piccole, come quelle di pulizia di parchi e giardini dalle plastiche e dai rifiuti, ma abbracciare la sostenibilità significa migliorare realmente la qualità della vita delle persone sfruttando tutte le opportunità che la tecnologia e l'innovazione mettono a nostra disposizione per dare un nuovo impulso all’economia, migliorare la salute e la qualità della vita delle persone e tutelare la natura.
Gli incontri hanno visto la partecipazione di ospiti di primaria importanza tra cui il Vescovo di Assisi, Mons. Domenico
http://www.giornatamondialeambiente.com Sorrentino, il Generale Francesco Benedetto, la Prof.ssa Beatrice Castellani del CIRIAF, il Chief Innovation Officer della
Fondazione proPosta, Dott. Dario Biggi ed il Magnifico Rettore del Politecnico di Torino, Prof. Guido Saracco.
FONDAZIONE DI ROMA
"Oh sole fonte di vita, che con il carro splendente mostri e nascondi il giorno, e che sempre vecchio e nuovo risorgi, che tu non possa mai vedere nulla di più grande della città di Roma" (Orazio
"Carmen Sæculare).
Ricorre oggi l'anniversario della Fondazione di Roma (753 a. C.), un evento celebrato anche dalle Poste con una emissione nel 1997. Ma la mitica lupa romana campeggia in molti francobolli italiani (e
non solo) del secolo scorso.
BUON 21 APRILE MMDCCLXXIV AB URBE CONDITA!
[Riccardo Marzola]
ANNIVERSARI - Il 16 aprile 879 muore Rurik, condottiero norreno fondatore (nell'862) della Rus' di Kiev, il primo e più antico regno slavo, e capostipite della dinastia dei
Rurikidi. Al leggendario condottiero le Poste russe hanno dedicato più di un francobollo.
[Riccardo Marzola]
Mezzi postali del '900
Mezzi postali, a 3 e 4 ruote, all'ufficio di Milano Ferrovia negli anni '50. Nella prima foto gli Ape della Innocenti di Lambrate. Nella seconda invece le Fiat 500 "Topolino" allineate in Via
Ferrante Aporti di fianco alla Stazione Centrale.
Le altre quattro immagini, molto suggestive, sono nella Roma di inizio '900.
[Riccardo Marzola]
Le Poste anche negli angoli piú sperduti del mondo
Un ufficio postale anche alla fine del mondo: Baia Ensenada nella Terra del Fuoco, all'estremo sud dell'Argentina, nella prima immagine allegata.
Nella seconda immagine invece, se non si è capito, siamo nel Far West più esattamente l'ufficio postale di Oatman in Arizona, davvero pittoresco!
Ad Ochopee in Florida si trova infine l'ufficio postale più piccolo degli Stati Uniti, e forse del mondo. La terza ed ultima immagine credo renda l'idea.
[Riccardo Marzola]
LE POSTE NEL MONDO
Bastorf sul Mar Baltico è famosa per il suo Faro, anche perché c'è solo quello, che è stato celebrato con un francobollo e un annullo filatelico. Il servizio postale è comunque garantito da un
ufficio mobile della Deusche Post proprio ai piedi del Faro.
[Riccardo Marzola]
Il 5 Aprile 1817, Karl Von Drais inventa la prima bicicletta. Il prototipo in legno di 22 kg non possiede pedali e freni e viene usato puntando i piedi a terra. In seguito il
modello del barone Drais viene perfezionato e aggiunto uno sterzo in ottone, un freno posteriore ed il 12 Giugno del 1817 percorre la distanza di 13 chilometri in un'ora. La bicicletta ancora non ha
i pedali ed il suo movimento è garantito dalla spinta dei piedi al suolo. I pedali saranno aggiunti solo 40 anni dopo.
Il bicentanario del primo velocipide (nel 2017) è stato celebrato dalle Poste tedesche con l'emissione di un francobollo. Ma direi che le Poste di tutto il mondo sono debitrici nei confronti
dell'inventore della bicicletta che ormai da tempo immemorabile rientra fra i mezzi di trasporto dei portalettere
[Riccardo Marzola]
"Una Montagna di Francobolli" è il titolo di un libro, edito nel 1998, gradito omaggio di un cliente dello sportello filatelico di Carpi. La Montagna
in questione è il Monte Titano ovvero la Repubblica di S. Marino la cui produzione filatelica è davvero straordinaria sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. L'opera porta nientemeno che
la prefazione dell'allora Direttore Generale dell'Unione Postale Universale Thomas E. Leavey. Nelle sue 364 pagine l'autrice M. Antonietta Bonelli passa in rassegna ai francobolli emessi dal 1877 al
1998. Numerosissimi e riprodotti fedelmente a colori nella seconda parte dell'opera.
I francobolli sono qualcosa di più di "piccoli rettangoli di carta filigranata per l'affrancatura della corrispondenza", sono veicoli di cultura e, nel caso specifico, hanno contribuito a far
conoscere un piccolissimo Stato come la Repubblica di S. Marino al mondo intero.
[Riccardo Marzola]
1600 compleanno della Serenissima
Sono davvero molte le ricorrenze importanti di oggi 25 marzo. Una di queste il 1600° compleanno della Serenissima. Difficile enumerare tutti i francobolli dedicati alla città lagunare che hanno
impreziosito nel tempi le nostre collezioni.
[Riccardo Marzola]
Si celebra oggi 25 Marzo il "Dantedì" nel 700° anniversario della morte di Dante Alighieri (Firenze 1265 - Ravenna 1321). Il mausoleo del Divino Poeta a Ravenna è ancora oggi meta
di pellegrinaggi. Durante la seconda guerra mondiale i resti di Dante vengono tumulati fra la vegetazione a pochi passi dal tempietto al riparo dai bombardamenti (il punto è contrassegnato da una
lapide).
Il Divino Poeta è stato più volte celebrato dalle Poste, e non soltanto italiane, attraverso emissioni filateliche.
[Riccardo Marzolla]
Champion of Liberty
Fra il 1957 e il 1961 le Poste statunitensi hanno emesso diversi francobolli (da 4 e da 8 centesimi) della serie Champions of Liberty fra i quali, nel 1960, due su Garibaldi.
https://www.stamp-collecting-world.com/championofliberty.html
A Milano la prima "Statua della Libertà"
Donata dalla Francia agli Stati Uniti e inaugurata a New York nel 1886, la "Statua della Libertà" è diventata subito il principale simbolo dell'America.
Non tutti sanno però che l'autore dell'opera, lo scultore francese Frédéric-Auguste Bartholdi (1834-1904) si ispirò, fra le altre cose, alla "Legge Nuova", una statua di Camillo Pacetti del 1810
ubicata sulla facciata del duomo di Milano straordinariamente simile al celebre monumento d'oltreoceano.
Un opera che campeggia in numerosissimi francobolli statunitensi, francesi e di molti altri paesi del mondo.
[Riccardo Marzóla]
Il "Fuorisacco" era un servizio di inoltro della corrispondenza al di fuori dei dispacci postali. Ne esistevano due tipologie: quello per le utenze
private che, oltre alla normale tariffa, doveva corrispondere l'importo del servizio accessorio di Espresso, e quello per i giornali senza il pagamento della sovrattassa ma subordinato ad una
autorizzazione da parte dell'Amministrazione postale e doveva attenersi a determinate modalità di presentazione. Per la spedizione dei plichi era infatti necessario utilizzare delle buste
regolarmente affrancate con stampata la dicitura "Fuorisacco" ed il nome del giornale (in allegato un paio di esempi). Le buste venivano consegnate all'ufficio di Poste Ferrovia o direttamente al
Messaggere postale e, dopo il trasporto fuori sacco, ritirate alla Stazione di destinazione dall'incaricato del giornale. Il tutto al di fuori dei normali circuiti. I giornali, che da sempre
lottavano contro il tempo, si garantivano così un servizio piú celere dietro pagamento dell'affrancatura ordinaria. Del resto, le Poste intervenivano soltanto per il trasporto sul loro ufficio
viaggiante, da una stazione ferroviaria all'altra.
[R.Marzola]
Oggi ricorre il 160° anniversario dell'Unità d'Italia (17 Marzo 1861). Unità invero incompleta: il Veneto e Mantova entrano a far parte del Regno d'Italia nel 1866, dopo la 3°
guerra d'indipendenza, Roma e il Lazio nel 1870 dopo la Breccia di Porta Pia, ed infine Trento e Trieste nel 1918 con la fine della 1° guerra mondiale. L'anno seguente (1862) le amministrazioni
postali preunitarie cedono il posto alle Regie Poste la cui storia si intreccia strettamente alla storia del paese.
Naturale quindi che gli anniversari "tondi" vedano le Poste in prima linea nelle celebrazioni. Notevoli le emissioni filateliche del 1911 e del 1961 in occasione rispettivamente del cinquantesimo e
del centesimo anniversario nonché quelle più recenti del 2011 anno del centocinquantesimo. Le iconografie rispecchiano le rispettive epoche. Se i 4 francobolli del 1911 si richiamano esplicitamente
alla tradizione classica e al mito di Roma antica, i 6 francobolli del 1961 raffigurano invece edifici della "Nuova Italia". Vivace infine l'attività nel 2011 in margine alle celebrazioni del 150°
anniversario. Diversi i francobolli e foglietti, raccolti anche in eleganti folder. Qui il tema è il Risorgimento coi suoi protagonisti e fatti d'arme che hanno condotto all'indipendenza e all'unità
nazionale.
[Riccardo Marzola]
La festa di S. Patrizio (in irlandese: Lá Fhéile Pádraig, in inglese: St. Patrick's Day) si celebra il 17 marzo in onore del santo patrono dell'Irlanda vissuto nel V secolo d. C.
La ricorrenza viene celebrata anche in altri paesi del mondo specie in quelli che hanno avuto una massiccia immigrazione irlandese. Caratteristiche della festa sono anche le popolari sfilate per le
strade di Dublino, New York, Chicago e Boston.
Davvero numerose anche le emissioni filateliche in particolare da parte delle Poste irlandesi e statunitensi. Eccone alcune ... ☘️??
[Riccardo Marzola]
L'EPOPEA DEL PONY EXPRESS
«Ecco che arriva! In fondo alla piatta e sterminata distesa della prateria si materializza contro il cielo un puntino che avanza verso di noi ad andatura travolgente. Si levano grida,
acclamazioni, e poi cavallo e cavaliere sfrecciano davanti ai nostri volti eccitati e si allontanano come una sorta di uragano in miniatura». Così lo scrittore Mark Twain, in viaggio nel West,
raccontava il passaggio di un corriere del "Pony Express".
Il Pony Express è un servizio di posta prioritaria che attraversa il Nord America da St. Joseph (Missouri), a Sacramento (California), dall'aprile 1860 all'ottobre 1861. Il leggendario
servizio nei suoi quasi diciannove mesi di vita vanta il primato di servizio postale più veloce del West. Poi la leggenda viene soppiantata dalla tecnologia, quando l’ultimo traliccio telegrafico
collega gli Stati Uniti da costa a costa. Il Percorso storico conta 190 stazioni ad intervalli di ca. 16 chilometri lungo tutto il tragitto di circa 3000 km.
16 km sono, all'incirca, la massima distanza che un cavallo possa fare al galoppo. Il cavaliere sostituisce il cavallo ad ogni stazione, portando con sé il sacco con le lettere, chiamato "mochila".
Il cavallo deve sopportare, oltre al peso del mochila, quello del materiale necessario al viaggio e il peso del cavaliere. Questi ultimi si danno il cambio ogni 120-160 km e con sé portavano gli
oggetti che reputavano necessari per il viaggio. Tra questi una borraccia d'acqua, una Bibbia, un corno per avvertire i responsabili delle stazioni di preparare un cavallo, una pistola e a loro
discrezione un'altra pistola o un fucile. Il servizio è in funzione giorno e notte tutto l'anno e i cavalieri ricevevano 25 $ a settimana per il loro lavoro. Finita la guerra di secessione, dal
1866 al 1890, il logo della Pony
Express viene usato dalla Wells Fargo, che fornisce servizi di posta e trasporto merci. Attualmente lo United States Postal Service
(USPS) utilizza
il nome "Pony Express" per il servizio postale negli Stati Uniti.
Un'epopea che è
stata oggetto di emissioni filateliche in America e persino alle Maldive e che ha ispirato film e fumetti.
(Tratto in parte
da Wikipedia)
[Riccardo Fiamma]
CORALIT
Nel 1944, nei territori della Repubblica Sociale Italiana il servizio postale civile si svolge in modo (quasi) regolare nei centri abitati mentre, a causa della
guerra, si rivela piuttosto difficoltoso altrove. L'aviazione avversaria colpisce infatti quotidiananente i colleganenti ferroviari, stradali e ogni veicolo in movimento.
Per sopperire alla paralisi dei trasporti e garantire le necessarie comunicazioni vengono organizzati dei servizi di staffetta ciclistica.
Sull'esempio di questi, il 26 febbraio 1945 viene costituita dal Ministero delle Comunicazioni della RSI la società "CORALIT" (acronimo di Corriere Alta Italia) autorizzata ad effettuare il
trasporto della corrispondenza per mezzo di "corrieri ciclisti".
La Coralit collega inizialmente Venezia, Treviso, Padova, Vicenza e Verona ma, constatata la funzionalità e la forte richiesta del pubblico, il servizio viene presto potenziato ed esteso alle
località sull'asse stradale Torino - Trieste con sedi nelle principali città della Valle Padana: Torino, Vercelli, Novara, Milano, Bergamo, Brescia, Ferrara, Rovigo, Venezia, (con le già citate
Treviso, Padova, Verona e Vicenza) e Trieste. L'asse viario, come le antiche "strade postali", viene suddiviso in stazioni di scambio della corrispondenza fra le staffette che percorrono il tragitto
in bicicletta. La tariffa che l'utente paga alla Coralit comprende oltre all'affrancatura semplice da bollare in ufficio postale di partenza, il trasporto a mezzo ciclista fino all'ufficio postale
più vicino alla destinazione e il costo dell'eventuale servizio accessorio di raccomandazione. L'agenzia Coralit affranca l'invio sul retro con un suo "francobollo" (£ire 14 ogni 10 gr.) e sul fronte
coi francobolli necessari al servizio postale richiesto.
Dopo il trasporto nella località di arrivo, lo consegna all'ufficio postale locale dove viene bollato, censurato e consegnato a destino
dal servizio postale. Con la fine della guerra e la normalizzazione del trasporto postale La Coralit cessa il servizio (ufficialmente il
30 Giugno 1945).
[Riccardo Marzola]
PANDEMIA COVID 19
Da un anno il Covid19 è sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo e numerose sono state le emissioni filateliche su questo tema ancora di drammatica attualità. Difficile elencarle tutte.
Degna di nota certamente la serie delle Poste francesi "Les héros du Covid": dodici francobolli raffiguranti altrettanti mestieri in prima linea fin dall'inizio dell'emergenza sanitaria. I primi due
ad esempio raffigurano il portalettere e lo sportellista.
In allegato una rassegna, certamente incompleta, di emissioni anche di altri paesi.?
Storia e ricerca: la missione della Fondazione proPosta per la cultura postale
La Fondazione proPosta è nata da un’idea di Lorenzo Urbano che spiega: “La missione è far conoscere il passato per capire il presente e progettare il futuro”
Di Riccardo P. Babbi 23 Luglio 2020 (Tratto dal sito PosteNews di Poste Italiane)
https://www.postenews.it/2020/07/23/ricercatori-e-inventori-in-nome-della-cultura-postale/
II rappresentanti della Fondazione proPosta: da sinistra, Lorenzo Urbano, Marco Sacconi e Dario Biggi
“Amore mio ti scrivo…”; “Avvistati movimenti di truppe terrestri nelle alture prospicenti…”; “Amico, ho bisogno di…”. Un messaggio d’amore, un’informazione militare, una richiesta di aiuto… tanti i contenuti all’interno di una lettera. Dietro le quinte un insieme di persone e tecnologia trasportano parole scritte e con esse emozioni umane. Un patrimonio che non va disperso, anzi studiato e reso accessibile a tutti. Questo è il motivo per cui, nel 2011, è nata la Fondazione proPosta da un’idea di Lorenzo Urbano che spiega: “La missione della fondazione è far conoscere il passato per capire il presente e progettare il futuro. È un ente libero, indipendente e senza fini di lucro, ovviamente legato al mondo di Poste Italiane e alle sue persone anche se esterna all’azienda. Una realtà a disposizione di tutti”. Urbano continua a fornire un insostituibile supporto e indirizzo, soprattutto per coinvolgere sempre più colleghi. Le colonne della Fondazione sono le persone che ha battezzato i suoi “Ricercatori e Inventori”, appassionati che con i loro progetti connettono il sapere dell’esperienza alle sfide di un mondo in rapido cambiamento. Un gruppo di persone che merita di essere conosciuto.
Amanti della storia
Tra i ricercatori, studiosi e divulgatori del passato e presente del mondo postale, ad esempio, Riccardo Marzola, direttore di un Ufficio postale della filiale di Modena, appassionato studioso che raccoglie notizie che spaziano dalla traversata di Italo Balbo al racconto dell’Ufficio Postale sul fiume più corto del mondo. E, ancora, Mario Coglitore, esperto della storia d’Italia e scrittore di saggi di cui uno dedicato alla vita nell’Ufficio postale di Murano. Pino Barchetta è esperto di storia postale e collezionista di cartoline, stampe e lettere storiche; Paolo Marcarelli infine è attento studioso di storia postale nell’Epoca Pontificia. Tra gli scrittori Rinaldo Del Togno, autore del libro “La Gegnia”, storia di una postina nella metà del ’900, Roberto Martinez autore del libro “Favole, Sogni e Storie d’altri tempi” e tanti altri incentrati sul mondo dei trasporti, Maurizio Di Paolo, scrittore e poeta, profondo conoscitore della storia postale; Antonio Schiavo, con oltre 30 anni di servizio in Poste Italiane, ha pubblicato libri di saggistica e due romanzi: “Questa volta non è stata colpa mia” e “Aghi di Pino”. Tra i ricercatori, qualcuno è più attento alle relazioni. Maurizio Cianciarelli, che ha da poco lasciato l’Azienda, cura per la Fondazione il settore Comunicazione ed Eventi, con il coordinamento dei progetti editoriali. Luca Barigione, ricercatore del presente, si occupa di nuovi modelli di business e rapporti con l’estero. È stato recentemente in Cina e torna sempre con il trolley pieno di appunti e spunti.
Progetti per il futuro
“Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa” diceva Einstein. La Fondazione proPosta, grazie ai suoi inventori, guarda anche agli sviluppi del mondo postale. Progetti che anticipano il futuro di persone e oggetti in movimento. Come il progetto Pipe§Net che prepara le basi della cosiddetta internet fisica, una rivoluzionaria modalità per il trasporto sottovuoto e ad altissima velocità delle merci su lunghe distanze, oppure lo sviluppo in partnership con l’Università di Hong Kong e l’Università della Calabria (Unical) di un sistema innovativo per gestire la distribuzione delle merci nelle grandi città, in particolare nelle mega-cities cinesi attraverso un meccanismo di aste on line. Se ne occupa Dario Biggi, responsabile dell’innovazione della Fondazione e attento osservatore dei trend mondiali hi-tech. Tra i fenomeni emergenti degli ultimi anni che stanno cambiando radicalmente abitudini di acquisto e organizzazione della logistica c’è l’e-commerce, di cui Vincenzo Genova è attento osservatore e riporta nella fondazione l’attenzione in particolare agli impatti sociali di questa rivoluzione degli acquisti.
Poste La storia della peste nei secoli
Sin da tempi immemorabili l'umanita' e' stata piagata da pestilenze e malattie contagiose, addirittura nella Bibbia sono contenute delle misure di prevenzione per evitare il diffondersi di contagi, nel libro di Levitico ci sono norme molto chiare riguardo all'igiene e alle precauzioni da prendere nel caso che si tocchino anche oggetti toccati da persone decedute, e dai corpi morti.
Come e' noto l'Europa e l'Asia furono colpite nel corso dei secoli da peste, vaiolo, tifo, colera, che fecero milioni di vittime. E in queste circostanze per prevenire o contenere i contagi i viaggiatori e le merci, inclusa la corrispondenza che proveniva da zone dove si era sviluppata una epidemia, venivano inviati nei lazzaretti, dove in appositi locali si effettuava anche la disinfezione della posta.
Addirittura gia' dal 1493 a Venezia si stabili di estendere le cautele sanitarie ai Corrieri e alle lettere e si stabili di "profumare ogni carta che proveniva da luoghi infetti o sospetti". E il Capo dei Fanti del Magistrato aveva la "particolare incombenza di raccogliere tutte le lettere, che proveniva dai paesi sospetti e tutte aprirle e profumarle" e inoltre si controllavano e disinfettavano non solo quelle che erano affidate al capitano delle navi in arrivo, ma anche quelle portate dai passeggeri. Speciale attenzione veniva riservata per le persone le merci e le lettere che venivano dall'Impero Ottomano, che era considerato luogo permanentemente infetto a causa delle frequenti epidemie, inoltre a Zara in Dalmazia (dominio veneto) c'era fin dal XVI secolo un lazzaretto dove le persone, le merci e le lettere venivano disinfettate e poste in quarantena. Pare che l'origine della quarantena sia dovuta ad un fatto accaduto nel 1347 quando ai passeggeri di un vascello attraccato nel porto di Ragusa ( oggi Dubrovnik in Croazia ) fu imposto di attendere per un periodo d osservazione di trenta giorni, poi esteso a quaranta prima di poter scendere sulla terraferma in modo che non si diffondesse la peste, anche se poi la citta' ne fu' colpita ugualmente. In seguito dopo la caduta della Repubblica di Venezia riguardo al metodo per disinfettare la posta si stabiliva il metodo di disinfezione " l'espurgo delle lettere e dei pieghi si eseguisce, col profumarle prima al di fuori, e per far cio' con maggiore sicurezza, vi si pongono in una macchina di ferro con entro del fuoco, e profumi li piu' forti, come bacche di Ginepro e simili. Poscia si prendono le tanaglie pur di ferro, e con forbice si tagliano diligentemente ov'esiste il sigillo e aperte (sempre tenendole con le tanaglie) si ripongono in detta macchina, dove ricevono il secondo interno profumo, e cosi saranno del tutto espurgate, e libere: a differenza di quanto si usa per le lettere semplicemente e gravemente sospette, le quali vengono a sufficienza espurgate, col taglio bensi del sigillo, ed aperte col mezzo del solo profumo"
A Bologna invece in occasione della peste del 1630 e che fece solo in citta' quasi 14.000 morti, si diedero ordini e disposizioni anche per evitare il contagio tramite la corrispondenza: " Subito che saranno al lazzaretto le Valige, Plichi, o lettere avvisati dal Deputato aprino dette Valige, levando fuori le lettere, avertendo se sono foderate di tela,la leveranno et essendoci stringhe, corde quali abbrugiaranno subbito, bagnandole con l'aceto, et le lassaranno stare all'aria aperta sino a nuovo ordine.
Tutti li spaghi che vengono con dette lettere subito si abbrugino insieme con l'involto di esse.
Le lettere si faccino prima passare per aceto, poi asciugate nel forno, et asciugate che sono, le porranno nel fagotto a profumarle.
Le lettere di passaggio ( in transito ) le profumino di fuori senza bagnarle nell'aceto levando tutti li spaghi ove sono legate.
Profumate che averanno le lettere nel fogone non le tocchino piu' con mani e con altro ma con una Pala di ferro le restituira' al Deputato di fuori o ad altri secondo haveranno ordine."
---1-- foto 'Fornetto con pinza per prendere la posta nello Stato Pontificio. Museo della Comunicazione-Roma'.---------
I metodi per disinfettare la posta comunque erano vari e dipendevano anche da stato a stato: potevano essere affumicate esternamente, allora si metteva il timbro sulla lettera, "Netta di fuori sporca dentro" o simili, oppure si facevano anche dei tagli sulla lettera per far passare i fumi o vapori all'interno della lettera, ed in questo caso si metteva il timbro "Netta fuori, netta dentro" in altri casi ancora si apriva direttamente la lettera e si affumicava completamente, anche in questo caso era ovviamente "Netta fuori,netta dentro" . Addirittura in alcuni casi la lettera veniva disinfettata piu' volte in diverse localita' dove transitava.
Un problema che si verificava a volte nella disinfezione delle lettere era che l'eccessivo calore del fornetto per disinfettarle, oltre ai vapori di zolfo, all'aceto e oltre ai tagli sulle lettere per far entrare il fumo e unito a volte alla disattenzione degli addetti, faceva si che alcune lettere si sbruciacchiassero.
---2-- foto 'lettera da Smirne a Firenze del 1804 disinfettata e bruciata durante la disinfezione'.--------
Facendo un salto nel XIX secolo, durante il periodo napoleonico ci furono tre fasi di emergenza: nel 1804 la febbre gialla a Livorno e in Toscana, nel 1810-1811 un'analoga insorgenza nella penisola iberica, nel 1812 (e ancora nel 1813) la peste scoppiera' in Turchia.
Il 16 ottobre 1804 il napoleonico ministro delle finanze del Regno d'Italia Giuseppe Prina stabili la disinfezione per la posta proveniente dalla Toscana e diretta al nord; e anche in quelle circostanze, c'era allora, come adesso, chi si lamentava della lentezza con cui venivano presi certi provvedimenti sanitari per arginare i contagi, come ricordava e lamentava don Mantovani : " La malattia che si vuole epidemia in Livorno ha svegliato l'indolenza del nostro governo che sulla perizia di dieci o dodici medici di Firenze, dichiarante per sempre ordinaria malattia, s'era addormentato sulle precauzioni da prendersi. Fu spedito ordine di tirare un cordone e d'impedire ogni comunicazione. Le lettere di ieri portate dal corriere che passa per Firenze furono aperte e affumicate."
Addirittura c'erano delle situazioni in cui chi spediva era fortemente preoccupato perche' a causa della disinfezione si poteva lacerare un contenuto importante e di conseguenza subirne un forte danno, come nel caso dell'avvocato Paolini di Pistoia che nel 1804 aveva urgenza di spedire all'editore a Milano certe bozze corrette ed era disperato perche' non voleva far disinfettare il suo plico avendo timore che si danneggiasse il contenuto, nonostante avesse tentato pure un costosa spedizione per posta, e interessandone addirittura l'ambasciatore milanese a Firenze, l'avvocato lamentava che "Il ministro di codesta Repubblica residente nella nostra corte mi scrive che non puo' garantirmi la sicurezza di questa spedizione e l'esenzione di essa dai suffumigi e dai tagli che si praticano indistintamente su tutti i pieghi. Tagliando un quaderno per affumicarlo puo' facilmente smarrirsi un foglio nella ricomposizione del piego"
Nel 1835 dopo alcuni casi di colera ad Ancona il Cardinale Gamberini, Presidente della Congregazione speciale di Sanita' da Roma firma il "Regolamento e metodo per l'attuazione dei cordoni sanitari" con disposizioni di sanita' postale. I Cordoni Sanitari terrestri venivano istituiti per isolare I territori nazionali ed esteri colpiti o sospetti di epidemie. I Cordoni Marittimi per impedire qualsiasi sbarco o approdo sospetto. Riguardo ai cordoni terrestri veniva stabilito un "primo cordone sporco" ed un "secondo cordone sano"; tra i due cordoni serviti dai militari, dovevano esserci almeno tre fabbricati; uno per i sanitari che dovevano disinfettare individui, lettere e pacchi; uno per alloggiare i viaggiatori in osservazione; ed uno per le merci, con stalle per gli animali. Le lettere semplici andavano tagliate, quelle doppie ed i pacchi aperti e poi disinfettati con acido muriatico ossigenato, ed infine bollati per certificare l'avvenuta disinfezione. E' da notare che il governo pontificio fu il primo ad adottare l'acido muriatico per le disinfezioni, anche nelle case dove si erano avuti casi di colera. Nel 1836 dopo che il colera partito dai Balcani si era diffuso in tutta Italia venne anche chiuso il confine del Regno di Napoli, e vicino al confine a Casamari (in provincia di Frosinone) venne istituito un lazzaretto. E cosi ebbero i loro bolli di franchigia i Cordoni, le Commissioni e le Deputazioni sanitarie, e citta' e paesi adottarono bolli speciali per marcare le lettere che avevano disinfettato.
Nello Stato Pontificio le fumigazioni sia delle persone sia degli oggetti e delle lettere venivano praticate su larga scala. Il Delegato Apostolico di Perugia nel 1836 dava alcuni singolari consigli ai perugini per evitare il colera: " tranquillita' d'animo, evitare passioni violente, sobrieta' nel vino, astenersi dai liquori spiritosi, riconosciuti in tali emergenze di sommo pregiudizio….. e non sortire da casa a stomaco vuoto".
E date le pessime condizioni igieniche, comuni del resto in quell'epoca non solo nello Stato Pontificio, per prevenire e limitare i contagi del "cholera morbus" venivano ribaditi i divieti e le multe per chi gettava 'liquidi organici' dalle finestre, per chi teneva agnelli e porci in citta', o per chi gettava animali morti nelle vie. Ad esempio a San Martino in Campo nei pressi di Perugia un tal Luigi Grigioni era stato invitato piu' volte dai deputati sanitari del posto, dopo le proteste degli abitanti del paese di "rimuovere il concimaio fatto lungo la strada del Borgo di S. Martino in Campo in faccia all'osteria". Inoltre nel settembre del 1836 si stabiliva l'arresto per chi viaggiava senza bolletta della Deputazione Sanitaria (una specie di lasciapassare ).
E come ricordava C. Massari dopo che il colera era apparso in varie citta' d'Italia "sulla meta' di Agosto del 1836 Ancona lo ebbe, e si accrebbero le paure in Perugia. Fu tostamente separata dalla perugina l'anconetana provincia, (con dei cordoni sanitari) tutte le comunicazioni impedite; dopo due mesi di contagione circa il 20 ottobre, netta fuori e dentro si proclamo'. Non piu' colera in Ancona. Perugia sacra a Maria fu salva."
La tregua duro' poco perche' gia' l'anno seguente si ricominciava a Perugia a disinfettare "tutte le provenienze da Roma e comarca, sia di persone, sia di merci, robe, legni che non giustificassero di averla subita".
Infatti nel 1837 il colera era ripreso violentemente e il Soprintendente delle poste pontificie propose al Card. Lambruschini il suo piano per riattivare il servizio dei Corrieri che era rimasto bloccato. Poiche' era stato stabilito un largo cordone sanitario che bloccava l'accesso a Roma e che partendo da Civitacastellana con un grande anello arrivava fino alla via Appia all'altezza di Ariccia.
Nel 1836 anche in Sicilia si diffuse il colera, e non lascio' indenne nessuna grande citta', addirittura ci furono rivolte popolari e omicidi nei confronti di alcuni rappresentanti del governo nell'isola, con conseguente forte repressione da parte borbonica, anche con alcune condanne a morte; e questo perche' la popolazione era alla ricerca di un responsabile della diffusione del contagio: alcuni pensavano che fosse un castigo di Dio a causa della cattiveria umana, altri pensavano che fossero degli 'untori' che spargevano il morbo come da ricordi di Manzoniana memoria, in Sicilia ci fu' una variante in questo, si pensava che questi 'untori' fossero stati inviati dal governo a spargere il morbo tra la popolazione siciliana.
Per contenere il contagio viene stabito un cordone sanitario marittimo con l'ausilio anche di navi, e "stabilito un cordone sanitario terrestre da Milazzo a Siracusa organizzato militarmente". Chi veniva trovato a "vagare oltre i limiti del proprio Comune" senza bolletta sanitaria veniva arrestato e posto in contumacia. La bolletta sanitaria attestava la buona salute del soggetto, e che "non viaggio' per luoghi infetti, o sospetti" . Una conseguenza dei cordoni sanitari con le restrizioni sui scambi commerciali, fu' che aumentarono ulteriormente la gia' diffusa poverta' dei Siciliani.
I Corrieri con la posta invece, potevano oltrepassare i cordoni sanitari se il lasciapassare indicava che provenivano da una zona libera dal "mal contagioso", e la loro corrispondenza veniva disinfettata. In Sicilia nel 1836 e nel 1854 epoche in cui avvennero due micidiali pestilenze si usava questo metodo "la deputazione di salute di Messina ha fatto conoscere che aperte le lettere, ed attaccate con uno spillo alla sopracarta, consegnate vengono queste agli ufficiali postali, dai quali nuovamente sono chiuse….che la incumbenza degli ufficiali postali e' quella di chiudere la corrispondenza che dagli impiegati sanitari lor si consegna".
---3-- foto 'lettera da Messina del 28 dic.1836 arrivata a Lione il 18 gen.1837 e disinfettata a Roma esternamente con il bollo 'NETTA FUORI E SPORCA DENTRO' bollo usato per le lettere in transito oltre lo Stato Pontificio'.------
Il governo comunque venne fortemente criticato perche' aveva istituito i cordoni sanitari per un tempo troppo breve, invece secondo un rappresentante borbonico per lui era "ridicola la credenza che il colera possa nascondersi negli uomini per molti giorni".
Facendo un salto nei nostri giorni nei quali sta imperversando il Coronavirus, vediamo che in molte parti del mondo si sta facendo un grande uso di mascherine protettive, ma questo non e' niente di nuovo, infatti merita una menzione la protezione che si usava nella seconda meta' dell' ottocento in un apparato austriaco presso Trieste da parte degli addetti alla disinfezione della posta:
"Le persone che si occupano delle operazioni preparatorie per la disinfezione devono a propria tutela, servirsi di un apparato respiratorio di cotone, il quale viene legato e si applica al naso e alla bocca. Prima e dopo la manipolazione postale queste persone si lavano le mani e le braccia in una soluzione contenente 5% di acido carbolico, e disinfettano con essa anche i vestiti usati durante tale operazione"
Sembrano le precauzioni che si prendono attualmente per il Coronavirus !
Paolo Marcarelli
Fondazione proPosta
Opere citate o consultate.
Archivio per la storia postale, Istituto di studi storici postali, Prato.
Bollettino Prefilatelico e Storico Postale, Organo ufficiale dell'Associazione per lo Studio della Storia Postale, Padova.
Fedele C. Mainoldi F. Bologna e le sue poste, Bologna.
Fedele C. La voce della posta. Istituto di studi storico postali, Prato.
Fedele C. Gallenga M. Strade corrieri e poste dei papi dal medioevo al 1870. Istituto di studi storico Postali, Prato.
Gallenga M. I bolli di Roma dalle origini al 1870, Roma.
Gallenga M. I bolli del Lazio dalle origini alla fine del secolo XIX, Roma.
Ilpostalista.it L'epidemia di colera del 1837, di Marchese G.
Marcarelli P. Umbria tre secoli di storia postale. Fondazione ProPosta Roma.
Migliavacca G. Invito alla storia postale, Milano.
Ravasini C. Documenti sanitari bolli e suggelli di disinfezione nel passato, Minerva medica, Torino.
PESTE E POSTE
Chiunque sia mediamente scolarizzato ha sentito parlare della peste dal Manzoni nei Promessi Sposi. Ma la storia dell’umanità è stata più volte percorsa da terribili epidemie, si pensi, per fare un
esempio a noi cronologicamente vicino, alla famigerata influenza spagnola che appena 100 anni fa ha mietuto milioni di vittime in tutto il mondo.
La pandemia del “Coronavirus” che proprio in questi giorni ci obbliga, giustamente, a restare in casa mi ha suggerito di fare una piccola ricerca per gli amici della Fondazione ProPosta su quello che
appare un mesto giuoco di parole: Peste e Poste. Già, perché se è vero che un tempo le persone si spostavano di meno, la corrispondenza ha sempre viaggiato, anzi un tempo molto più di oggi. E per
prevenire i contagi le Poste ricorrevano alla disinfezione delle lettere provenienti da zone infette o sospette seguendo precise procedure in appositi locali all’interno dei Lazzaretti. Speciale
attenzione era riservata alla corrispondenza proveniente dall’Impero Ottomano considerato luogo permanentemente infetto a causa delle frequenti epidemie.
I metodi per disinfettare la posta variavano invero da Stato a Stato. Per esempio potevano essere “fumigate” tenendole sospese con speciali pinze solo esternamente per cui si apponeva il timbro
“Netta fuori - sporca dentro”. Altre volte veniva effettuato invece un piccolo taglio sulla lettera per far passare i fumi al suo interno e in questo caso il timbro certificava che era “Netta fuori –
netta dentro”. Inutile aggiungere che non di rado l’eccessivo calore dei “fornetti” causava la bruciacchiatura delle lettere.
In allegato un esemplare di fornetto custodito presso il Museo della Comunicazione di Roma e il bollo dell’Amministrazione Pontificia “netta fuori e sporca dentro” attestante l’avvenuta
disinfezione.
Nel corso della storia sono stati utilizzati fumi di zolfo, resine, cloro e altre sostanze, oppure si ricorreva allo spruzzo di aceto. Metodi all’epoca rassicuranti benché di discutibile
efficacia.
Nel libro “Umbria, tre secoli di Storia Postale” edito dalla Fondazione ProPosta, l’autore Paolo Marcarelli dedica un apposito capitolo a “Il Colera e la Posta (1831 – 1855)” nel quale fra le altre
interessanti notizie riferisce che in relazione alla prevenzione del contagio “il governo Pontificio fu il primo ad adottare l’acido muriatico per le disinfezioni abbandonando l’uso delle
fumigazioni”.
Una menzione particolare merita la protezione degli addetti alla disinfezione della Posta in uso nell’800 a Trieste: “Le persone che si occupano delle operazioni preparatorie per la disinfezione
devono a propria tutela servirsi di un apparato respiratorio di cotone, il quale viene legato e si applica al naso e alla bocca”. Sembra la descrizione delle nostre attuali mascherine. Insomma niente
di nuovo sotto il sole che speriamo torni presto a risplendere!
[Riccardo Marzola]