Il 24 dicembre 2013 l’Autorità per le Comunicazioni (Agcom) ha consentito a Poste Italiane di apportare aumenti alle attuali tariffe postali, precisando che quella per la lettera ordinaria potrà essere elevata dagli attuali € 0,70 a € 0,95, a condizione che l’aumento avvenga in due fasi, in ciascuna delle quali esso dovrà essere contenuto nel 60% dell’aumento complessivo, e tra gli aumenti dovrà decorrere almeno un anno.
In buona sostanza Poste Italiane potrà portare la tariffa ad € 0,80 oppure 0,85 con il primo aumento, per arrivare ad € 0,95 con il secondo.
Ragionevolmente si può ipotizzare che il primo aumento sarà attuato entro giugno di quest’anno ed il successivo nel secondo semestre del 2015.
Questo provvedimento ci ha suggerito di dare uno sguardo a come si è evoluta la tariffa della lettera ordinaria dal 1° gennaio 1863, quando entrò in vigore la legge che istituiva le Poste della Nuova Italia Unita e le Tariffe postali. Il costo per la spedizione di una lettera del peso massimo di 20 grammi, nell’ambito del Regno, venne fissato in centesimi 15 di lira.
Negli anni, seguendo il naturale processo inflazionistico, la tariffa crebbe.
Nel 1916, durante la prima guerra mondiale l’affrancatura passò a 20 centesimi, per salire fino a 60 centesimi nel 1925.
Nel 1926 la politica economica del Regime fascista attuò una brusca svolta decidendo di ancorare il valore della lira a quello della sterlina che era, allora, la moneta mondiale di riferimento.
La lira si rafforzò nel mercato mondiale e per ottenere ciò fu posta in atto una manovra interna deflazionistica, che impose anche una riduzione degli stipendi e delle retribuzioni e dei prezzi dei beni.
La tariffa della lettera scese da 60 a 50 centesimi di lira il 16 agosto 1927.
Fu con la seconda guerra mondiale che la tariffa della lettera, trascinata dall’aumento generalizzato dei costi, anche in dipendenza dello sforzo bellico, raddoppiò ad una lira.
Nell’agosto del 1947 salì a 10 lire. Venti anni dopo spedire una lettera costava 50 lire.
Nel marzo 1981 la tariffa era salita, dopo vari passaggi, a 200 lire.
Il 21 giugno 1999 l’invio di una lettera ordinaria costava 800 lire e contemporaneamente venne istituita la lettera “prioritaria”, della quale si garantiva il recapito entro il giorno successivo a quello dell’impostazione, al prezzo di 1.200 lire.
Il 1° gennaio 1992 con l’ingresso del nuovo sistema monetario: l’Euro, le tariffe vennero fissate, rispettivamente in € 0,41 per la lettera ordinaria e € 0,62 per la “prioritaria”.
Il 20 maggio 2006 scomparve la tariffa differenziata e fu fissata la tariffa unica di € 0,60 che salì a € 0,70 il 1° gennaio 2013 e tale è tuttora.
Nei 160 anni di vita del nostro sistema postale le tariffe per la spedizione di corrispondenza sono variate 38 volte e sono state preannunciate la 39^ e 40^ variazione.
In 170 anni il costo di spedizione di una lettera da lire 0,15 ad € 0,70 è aumentato di oltre 9.000 volte e, a regime, nel 2015 lo sarà di 12.000 volte.
Questo rapido “excursus” della tariffa della lettera ci suggerisce anche l’idea di come sia cambiato negli anni il costo generale della vita.
Una curiosità storica: fino al 31 dicembre 1993, fino a quando Poste Italiane fu Ente pubblico economico, l’affrancatura della lettera ordinaria era “facoltativa”, ossia il mittente poteva impostarla anche senza francobollo o con affrancatura insufficiente, nella certezza che essa sarebbe stata regolarmente recapitata al destinatario, al quale sarebbe stato richiesto di corrispondere il doppio dell’affrancatura mancante per ottenerne la consegna.
E anche questa è storia postale.
E.V.