fondazione proPosta
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La Posta cambiò i sistemi di pesatura

Per secoli sono esistiti soltanto due tipi di bilance: quella “a bracci uguali”, spesso fragile e di debole portata, e la “romana” a bracci diversi, più robusta ma meno precisa.

Il tema dell’esattezza e dell’uniformità di pesi e delle misure fu d’altra parte per tutto il Medioevo un’oggetto di contese aspre e dibattute. Ancora al tempo dei Comuni, fra gli obiettivi principali degli Statuti c’era quello di garantire, oltre la qualità del prodotto, anche l’onestà del sistema di peso e misura nella vendita.

A questo scopo si cercò, spesso invano, di regolamentare i diversi criteri di pesatura, nel tentativo di arginare il fenomeno della frode commerciale. A Venezia ad esempio i Consoli dei Mercanti (una magistratura incaricata di dirimere le questioni inerenti al commercio) verificavano costantemente che le pese fossero del materiale prescritto: bronzo, rame o ferro. E poiché i venditori ricorrevano a parecchi sotterfugi per guadagnare sul peso, fu stabilito che ogni compratore potesse mettere la merce sul piatto di molte bilance diverse, scegliendo lui stesso quella che preferiva, o anche pesarla più volte su speciali bilance esposte a fini di controllo. Si poteva anche cambiare il piatto su cui appoggiare la merce.

Nel 1300 apparvero in Italia Ducati, Principati e Signorie e la confusione nei sistemi di pesatura peggiorò ulteriormente. Mentre i medesimi simboli di peso e di misura erano usati da molti, ogni Signoria attribuiva a un certo peso o misura, una quotazione diversa. Creando un tale complesso di conversioni metri che fra gli stati sovrani, da rendere le possibilità di frode quasi illimitate. A soffrirne furono, come si può ben immaginare, soprattutto le attività commerciali che richiedevano il movimento di merci da un confine all’altro.

Che la situazione fosse davvero caotica, ce lo conferma anche il rassegnato sfogo di Diderot, che affermava sconsolato in una delle voci dell’Encyclopédie: “La diversità dei pesi è una delle cose più imbarazzanti nel commercio, ma era un inconveniente irrimediabile”. Tuttavia, in questo caso, il grande filosofo dell’Illuminismo non fu buon profeta: la situazione cominciò infatti a cambiare proprio fra XVII e XVIII secolo, con la nascita dei moderni Stati nazionali e la conseguente scomparsa dell’isolamento regionale. I servizi postali moderni che danno avvio a un modo nuovo di comunicare, destinato a investire in pochi anni tutta l’Europa.  Infatti la conseguenza, forse inattesa, dei neo-introdotti sistemi di tassazione postale per l’estero, fu la nascita delle bilance pesa-lettere. Per l’epoca, erano fra i più sofisticati strumenti di precisione e introdussero nel mondo degli strumenti di misura il meglio della tecnologia meccanica allora disponibile.

Durante la seconda metà del XIX secolo, la bilancia pesa-lettere si trasforma: da oggetto funzionale caratterizzato da una certa sobrietà e simbolo di precisione tecnica, a oggetto di alta manifattura d’arte, con aspetti decorativi che ne fecero dei raffinati ed eleganti ninnoli da tavolo e da tasca. 

Ad esempio, per dare stabilità alle bilance da scrittoio, si utilizzano marmi rari per le basi, legni preziosi o cristallo di rocca, compaiono fregi cesellati in metalli dorati.

Per i modelli più ornamentali fra quelli da tasca, i creatori diedero prova di vera raffinatezza, sia nell’uso dei materiali che nella creatività delle forme. Qualche fabbricante, consapevole del propri ruolo d’artista, arrivò a firmare addirittura i propri capolavori come vere e proprie opere d’arte. Minuscoli pesa-lettere da taschino riportano talvolta invece il nome del proprietario, destinatario di un regalo raffinato e che richiamava la sua attività professionale.  

Stabilite le tasse postali per l’estero, rimase il problema di calcolare automaticamente le tasse differenziate secondo il peso della lettera. Con la nascita delle Poste nazionali, che si realizzò nella maggior parte degli Stati europei tra il 1840 e il 1847, ovunque fiorirono piccoli laboratori e artigiani che realizzavano anche dei pesa-lettere con riportate già le classi di tariffa e di peso. Allo stesso tempo, negli studi di notai, avvocati, architetti, medici, uomini di lettere e di cultura, la necessità quotidiana di comunicazione rese indispensabile l’uso e il possesso di pesa-lettere personali, da tavolo per gli uffici e da tasca per chi aveva l’abitudine  di viaggiare o di spostarsi frequentemente.

                                                                                              

                                                                                                                                 (a cura di Lorenzo Urbano)

 

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