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Enigma

La macchina Enigma nasce molto prima della Seconda Guerra Mondiale e non è stata creata per scopi militari.
Realizzata nel 1918 dall'ingegnere berlinese Scherbius, ispirandosi al disco cifrante di Leon Battista Alberti,  la famosa macchina era stata ideata con lo scopo di soddisfare le esigenze dei grandi industriali dell'epoca, che subito dopo la fine della Prima guerra mondiale, si videro costretti a fronteggiare il nuovo fenomeno dello spionaggio industriale. .
Versioni di Enigma furono usate per quasi tutte le comunicazioni radio tedesche, spesso anche per quelle telegrafiche, durante la guerra (perfino i bollettini meteorologici vennero cifrati con Enigma). 
Il sistema di codifica della macchina Enigma era così sofisticato che nessuno riteneva possibile la decrittazione dei suoi messaggi: il modello iniziale, costituito da soli tre rotori (che in seguito diventarono più di cinque) permetteva già di arrivare a circa 150 trilioni (cioè 150 milioni di milioni di milioni) di combinazioni diverse.

Nel novembre del 1931 Hans-Thilo Schmidt, impiegato tedesco spinto dal desiderio di un tenore di vita che il suo stipendio da funzionario dell'Ufficio Cifra dell'esercito tedesco non gli permetteva,  cominciò a passare ai servizi segreti francesi i manuali operativi di Enigma usati dall'esercito tedesco, continuando a rivelare informazioni fino al 1943 quando, scoperto dalla polizia nazista, si suicidò in carcere per evitare le torture. 

La Francia, visti gli schemi e che cosa avrebbero dovuto decifrare, decise che il meccanismo era troppo complesso per essere decifrato dai propri crittoanalisti.  La Polonia invece sapeva che se la Germania avesse iniziato una guerra, essa sarebbe stata la prima ad essere attaccata, e chiese alla Francia i progetti e tutto ciò che era stato recuperato per la realizzazione di un prototipo per provare a violare il codice. 
I servizi segreti polacchi riuscirono a decifrare Enigma, grazie sia ad una debolezza del sistema cifrante, sia ad una regola imposta per l'uso della macchina da parte dell'Ufficio tedesco preposto. L'intelligence polacco, guidato dal matematico Marian Rejewski, nel 1932 per la prima volta riuscì a decifrare i messaggi tedeschi criptati con la macchina Enigma. I  tedeschi però cambiarono il funzionamento di Enigma introducendo un insieme di cinque rotori, dei quali ne venivano usati sempre solo tre ma diversi ogni giorno: questo moltiplicava per sessanta le combinazioni possibili e la bomba polacca non poteva affrontare un tale incremento di complessità.

Alla vigilia dell'invasione della Polonia, nel 1939, il progetto venne trasferito agli inglesi, i quali organizzarono un'attività di intercettazione e decifrazione su vasta scala delle comunicazioni radio tedesche a Bletchley Park e con l'aiuto di grandi matematici come Alan Turing, riprogettarono la Bomba e idearono diversi metodi per forzare le chiavi di codifica tedesche, che davano come prodotto il testo in chiaro, noto con il nome in codice Ultra.
Si trattava di un prototipo di computer elettromeccanico contenente moltissime rotelle meccaniche, su ognuna delle quali erano scritte le cifre da 0 a 9 e tutte le lettere dell'alfabeto tedesco (nello stesso modo in cui erano configurate le ruote della macchina tedesca Enigma). Lo scopo era quello di simulare il funzionamento della macchina Enigma tedesca, in modo tale da individuare le combinazioni di lettere che si allineavano durante la ricezione di un messaggio crittografato. Con l'aiuto di The Bombe si riuscì  infatti a risalire alla chiave di lettura dei messaggi trasmessi dai tedeschi con la macchina Enigma. 
Nel 1942 i tedeschi forse capirono che i loro messaggi venivano intercettati e decodificati e cambiarono la codifica della Macchina Enigma. Da allora per l'Intelligence inglese non fu più possibile decrittare i messaggi trasmessi dai tedeschi. Per farlo dovettero catturare un sommergibile tedesco e impossessarsi del nuovo sistema di codifica usato sulla macchina Enigma. Nel 1944, un'ulteriore evoluzione della bomba portò all'introduzione dell'elaboratore Colossus.

LA DISFATTA NAVALE DI CAPO MATAPAN

 

Nel Convegno di Merano del 13-14 febbraio 1941, fra gli Stati Maggiori della Marina Italiana e Tedesca si convenne di concentrare una operazione contro il traffico navale britannico fra la Grecia e l'Egitto per il trasporto di truppe e mezzi bellici.
Lo Stato Maggiore della Marina Italiana pianificò una operazione di intercettazione dei convogli britannici da svolgersi a Nord e a Sud dell'Isola di Creta, con la partecipazione della squadra navale italiana comprendente la corazzata Vittorio Veneto, due divisioni di incrociatori e cacciatorpediniere di scorta, al comando dell'Ammiraglio Angelo Iachino. I messaggi scambiati tra italiani e tedeschi furono decrittati dagli Inglesi e questo consentì all'Ammiraglio Cunningham di conoscere con due giorni di anticipo i movimenti delle navi italiane e di predisporre una manovra di intercettazione. 
Lo scontro avvenne la sera del 28 marzo a Sud di Capo Matapan. La superiorità della flotta inglese e il fattore sorpresa giocarono un ruolo determinante per l'esito dello scontro. gl inicrociatori ZARA e FIUME e i cacciatorpedinieri ALFIERI e CARDUCCI si inabissarono nel giro di alcuni minuti, l'incorciatore POLA si inabissò il giorno dopo.

 

                                                                                                  (a cura di Stefano Carbone)

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