Intervista a Lorenzo Urbano - Consigliere Delegato Fondazione “proPosta” -
Da poco si è tenuto il V
Congresso ASSIDIPOST-Federmanager, Associazione di rappresentanza dei Dirigenti del Gruppo Poste Italiane, che ha riconfermato Lorenzo Urbano - dirigente di Poste Italiane dal 1995 - nella carica di
Segretario Generale con votazione per acclamazione. Il Dottor Urbano, oltre a ricoprire questa carica è anche Consigliere Delegato della Fondazione “proPosta” che si prefigge di mantenere viva la
memoria della Storia della Posta e delle Comunicazioni, promuovendola soprattutto fra i giovani.
- Dottor Urbano, ci parla di “proPosta”? Avevamo dato notizia della nascita della Fondazione, ma poi non abbiamo più avuto occasione di parlarne in modo approfondito. Cosa è successo nel frattempo?
“proPosta” è nata per volontà di Assidipost e CIDA, la Confederazione Italian dei Dirigenti e delle Alte Professionalità. Dopo la costituzione, con atto notarile, risalente al dicembre del 2011 siamo stati letteralmente vittime della burocrazia che ci ha costretti ad attendere il riconoscimento formale della Regione Lazio, necessario per poter svolgere le attività previste dallo Statuto, che è giunto solo lo scorso novembre.
- E adesso?
Adesso possiamo finalmente dare inizio alle attività. Abbiamo già avviato un progetto di collaborazione con l’ANP (Associazione Nazionale dei Dirigenti e delle Alte Professionalità della scuola) che prevede il coinvolgimento degli istituti scolastici romani. In questo ambito, renderemo pubblico, a breve, un concorso rivolto agli studenti che intendano avvicinarsi al mondo della comunicazione, quella postale in particolare. In programma abbiamo anche la promozione di borse di studio da assegnare a studenti universitari che svolgeranno tesi sulla storia postale e della comunicazione. In definitiva ci stiamo attivando per rendere operativi gli obiettivi presenti nel nostro statuto, magari cercando la collaborazione di altre associazioni ed istituti che si muovono nel nostro stesso ambito. Di idee ce ne sono molte. Ora stiamo lavorando per organizzarle in maniera sistematica.
- Sappiamo che il progetto di dar vita alla Fondazione è partito da lei. Ci spiega cosa l’ha spinta?
Non sono un esperto di
storia postale, anche se mi piacerebbe diventarlo. Sono un dirigente che fa con passione il proprio lavoro, che crede nell’Azienda e nel mondo in cui opera. Leggendo testi vari e confrontandomi con i
colleghi, ho capito che dietro al portalettere, alla lettera, al francobollo non ci sono solo storie di tecniche e di materiali, ma anche storie di umanità, di emozioni e di interazioni. Ho capito
che l’evoluzione del sistema postale ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’umanità. Partendo da questo, mi sono detto che sarebbe stato importante poter creare un “qualcosa” che sarebbe
stata capace di portare avanti iniziative in grado di valorizzare questo piccolo universo, magari da affiancare ai cultori della posta e della filatelia. Ho anche pensato che questo “qualcosa”
sarebbe potuto servire per valorizzare il patrimonio costituito dalla Biblioteca e dal Museo postale. Un’idea che mi sembrava personalissima è stata, invece, condivisa prima dai miei amici più
intimi, poi dalla mia Associazione che all’inizio del 2011 ha dato l’assenso a concretizzare il progetto.
- Ha fatto un rapido cenno a
Biblioteca e Museo delle Poste che rientrano nella sfera di competenza del Ministero dello Sviluppo Economico. Quali progetti avete in merito?
Innanzitutto valutare con il Ministero le più opportune sinergiche forme di collaborazione per una piena valorizzazione delle due strutture. Spero che il Ministero sia disponibile a valutare la proposta, anche perché il nostro sarà un progetto da qualificare nell’area delle iniziative no profit. La nostra idea poggia su pochi e chiari principi: la proprietà ed il possesso del materiale museale saranno incondizionatamente del Ministero. “proPosta” supporterà il funzionamento della struttura, senza costi per il Ministero stesso. Secondo il nostro progetto, si potrebbe valutare anche la messa in attività dell’ufficio postale storico annesso al Museo.
- Ma per far questo non vi
occorrerà la collaborazione di Poste Italiane?
Il nostro progetto è aperto ai più svariati contributi. Poste Italiane costituisce certamente un interlocutore privilegiato con cui trovare spazi di iniziative e forme di accentuata collaborazione.
- Per fare tante cose, sia pure
da avviare gradualmente occorrono finanziamenti. Sarà questo un problema e un possibile freno?
Assolutamente no, non ci faremo frenare da questioni economiche. Noi stiamo inseguendo un “sogno”! Attualmente abbiamo le risorse messe a disposizione da Assidipost e CIDA all’atto della costituzione della Fondazione, senza contare le entrate che ci perverranno dalle quote associative. Anche per questo comunque, ci stiamo organizzando, ci occorre solo un po’ di tempo. Intanto la cosa più urgente è un segnale positivo da parte del Ministero e dei vertici di Poste Italiane.
- C’è qualche altra cosa che
vuole dire ai nostri lettori?
Vorrei lanciare un appello agli “Amici del Museo Postale”, esperti e studiosi di storia postale e filatelia che, verso la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, in maniera disinteressata hanno condotto studi e ricerche in questo settore, che si sono poi concretizzate in interessanti pubblicazioni. Noi ci siamo, avremmo bisogno di voi, delle vostre professionalità e competenze. Che ne dite di far parte del nostro team?
Ringraziamo il dottor Urbano per averci reso partecipi di un progetto che sicuramente arricchirà la nostra realtà. Tutti coloro che hanno a cuore il mondo del francobollo e della Posta saranno riconoscenti ad Assidipost e CIDA per aver voluto dar vita alla Fondazione “proPosta”, e al Ministero e a Poste Italiane che speriamo possano contribuire a realizzare questo sogno.