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Emissione di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “il Senso civico” dedicato

allo spirito di coesione nazionale nelle emergenze, in occasione del centenario del terremoto della Marsica

Poste Italiane comunica l’emissione, per il giorno 13 gennaio 2015, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “il Senso civico” dedicato allo spirito di coesione nazionale nelle emergenze, in occasione del centenario del terremoto della Marsica, nel valore di € 0,80.

Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto:

carta bianca, autoadesiva Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta e formato stampa: mm 30 x 40; formato tracciatura: mm 37 x 46; dentellatura: 11 effettuata con fustellatura; colori: cinque; tiratura: un milio- ne e seicentomila francobolli; foglio: quarantacinque esemplari, valore “€ 36,00”.

La vignetta raffigura, entro un’ideale fotomontaggio, due diverse prospettive della chiesa di San Bartolomeo di Avezzano, rispettivamente prima e dopo il sisma che il 13 gennaio 1915 colpì la Marsica in Abruzzo.

 

Completano il francobollo le leggende “SPIRITO DI COESIONE NAZIONALE NELLE EMERGENZE”, e “1915 – TERREMOTO DELLA MARSICA”, la scritta “ITALIA” e il valore “€ 0,80”.

 

Bozzettista: Luca Vangelli

Roma 13 gennaio 2015.

 

Alle 7:52 della fredda, limpida e serena mattina del 13 gennaio 1915, seguita ad una notte rigi- da e di tramontana, la Marsica è sconvolta da un violentissimo sisma, per certi versi annuncia- to dagli studiosi. L’intensità epicentrale, corrispondente all’intensità massima osservata, fu pari a 11 gradi della scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg), più forte di circa 50 volte del recente ter- remoto aquilano (6 aprile 2009). L’area di azione del sisma fu molto estesa ed il terremoto si avvertì benissimo anche nella capitale dove cadde una statua della Chiesa di San Giovanni in Laterano. Il Corriere della Sera del 14 gennaio riporta notizie di prima mano sul disastro e fa una sorta di geografia della gravità del sisma, giudicato “immenso”: in primis Avezzano, “rasa totalmente al suolo”, dove muoiono 10.719 persone su una popolazione di 13.119, l’82% degli abi- tanti (D. Molin - L. Mucci - A. Rossi, Le vittime del terremoto del Fucino del 13 gennaio 1915, pagina 344); altri autori, tra cui Cappello (1917), stimando una popolazione minore, fanno salire addirittura al 95% la popolazione deceduta. Nella Marsica nel complesso i morti sono circa 30.000. L’azione dei soccorsi venne ostacolata dall’inclemenza del tempo, dalla difficoltà delle comunicazioni e dall’imperversare della guerra in Europa che impedì all’Italia di rifornirsi di leg- name, materiale allora preziosissimo. Un moto di solidarietà e di affetto si strinse alla Marsica lacerata dal sisma: da numerose città italiane arrivarono aiuti e conforto. Parimenti importante fu l’azione della Chiesa cattolica e degli ordini religiosi che con don Orione e don Guanella, accanto all’allora vescovo dei Marsi e al clero diocesano, si prodigarono per l’assistenza ai terremotati in particolar modo ai tanti orfani. Il terremoto venne raccontato dai più importanti giornali italiani, spesso attraverso la penna di giornalisti illustri: Prezzolini, Slataper ed altri. Anche i quotidiani stranieri diedero ampio risalto al sisma della Marsica con importanti corrispondenze. Personaggi della cultura e della politica nazionale accorsero nella Marsica: oltre al re Vittorio Emanuele III, Gugliemo Marconi, Nazario Sauro, Gaetano Salvemini e tanti altri. Pagine struggenti ha dedicato al terremoto lo scrittore marsicano Ignazio Silone che nel sisma, oltre alla propria abitazione, perse alcuni familiari.

Pochi mesi dopo il violento sisma, l’ingresso dell’Italia nell’immane tragedia della Grande Guerra spegne i riflettori sul terremoto e i giovani marsicani, nonostante la situazione di disagio in cui versavano le loro famiglie, andarono al fronte e combatterono, valorosamente, come tutti gli abruzzesi.

 

Con la fine della Guerra comincia la paziente opera di ricostruzione. Avezzano, falcidiata dal sisma, già dopo pochi anni mostra una grande vitalità demografica. Da tutte le parti d’Italia giungevano tecnici e famiglie a ricostruire e ripopolare la Marsica distrutta. Dopo le nuove ferite della II Guerra Mondiale - Avezzano fu ripetutamente bombardata dagli alleati -, agli inizi degli anni ’60, l’economia del comprensorio, che ha il suo propulsore nell’alveo del Fucino, dà gran- di segnali di vitalità a dimostrazione della tenacia e dell’intraprendenza del popolo marsicano. All’agricoltura, da sempre la spina dorsale dell’economia, si affiancano importanti imprese nei settori dell’elettromeccanica e dell’agroalimentare che portano alla gemmazione di numerose piccole microimprese. Nel contempo il territorio comincia ad ospitare importanti insediamenti di alta tecnologia, in primis il Telespazio del Fucino e poi altre strutture scientifiche. Oggi la Marsica è alla ricerca, come molti territori italiani, di nuovi sentieri di sviluppo. Come sempre è la storia la bussola che traccia i percorsi non solo culturali ma anche economici di un’area territoriale. La Marsica un tempo “granaio di Roma”, oggi “orto d’Italia” ha l’ambizione, domani, di fare dei sapori locali un veicolo per far conoscere in modo nuovo il territorio e renderlo ancor più distintivo e attrattivo. In tale ottica il Centenario del terremoto del 1915 costituisce una grande occasione non solo per rinsaldare i legami tra tutte le municipalità colpite dal sisma, ma anche per riscoprire radici ed identità, fattori su cui far leva per ridare slancio al territorio mar- sicano. Le tante manifestazioni correlate all’evento costituiranno un’importante “vetrina” per la Marsica ed una significativa opportunità per promuoverne a livello nazionale non solo la storia, ma anche la sua ricca ed antica cultura, l’ambiente incontaminato e la vivace economia che quotidianamente si confronta con i mercati esteri.

 

Il Centenario del Terremoto, quindi, va oltre la “memoria” e si propone di “raccontare”, attraverso significative manifestazioni, una terra dinamica, accogliente, tenace, che nella storia ha sempre trovato le energie per risorgere. Una terra moderna, costantemente protesa al futuro.

Ma il Centenario è anche occasione per “ripensare” le politiche della sicurezza, visto che l’Abruzzo è una delle regioni più a rischio sismico d’Italia, e per diffondere, capillarmente, la cultura della prevenzione, l’unico efficace antidoto al ripetersi di altri eventi come la tragica e recente esperienza aquilana insegna.

Ma per la Marsica, da sempre terra di immigrazione e crogiuolo di etnie diverse, le celebrazioni del terremoto diventano strumento di promozione della cultura della solidarietà e dell’inclusione.

Tali intendimenti sono stati recepiti dal Ministro dello Sviluppo Economico che ha collocato l’evento nella serie tematica “il Senso civico”, “Spirito di coesione nazionale nelle emergenze”. D’altra parte, pur tra mille difficoltà, nei giorni del sisma della Marsica numerose furono le manifestazioni di altruismo in ogni parte del Paese e per far fronte all’emergenze fiorirono in tutte le regioni energie, iniziative convogliate con generosità sulla Marsica distrutta.

 

Dott. Gianni Letta

Presidente del Comitato d'Onore

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