Emissione di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica
“le Eccellenze del sistema produttivo ed economico” dedicato alla Floricoltura italiana,
in occasione di “Floranga 2015”
(Autorizzata con Decreto 10 dicembre 2014 pubblicato nella G.U. n. 8 del 12 gennaio 2015)
Poste Italiane comunica che il Ministero dello Sviluppo Economico emetterà il giorno 19 febbraio
2015, un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “le Eccellenze del sistema produttivo
ed economico” dedicato alla Floricoltura italiana, in occasione di “Floranga 2015”,
esposizione floristica dei Giovani di Confagricoltura, nel valore di € 0,80.
Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia,
su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto:
carta bianca, autoadesiva Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito
in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta e formato stampa: mm 48 x 40; formato
tracciatura: mm 54 x 47; dentellatura: 11 effettuata con fustellatura; colori: cinque; tiratura: un
milione e seicentomila francobolli; foglio: ventotto esemplari, valore “€ 22,40”.
La vignetta raffigura diverse varietà di fiori, monocromatici sullo sfondo, a colori quelli in primo
piano; in alto a destra il logo della manifestazione “Floranga”.
Completano il francobollo la leggenda “FLORANGA 2015”, la scritta “ITALIA” e il valore “€ 0,80”.
Bozzettista: Anna Maria Maresca.
Roma, 19 febbraio 2015
Fatevi travolgere in modo disordinato dai colori e dai pensieri.... Un giorno, dal loro rimescolarsi,
nascerà una nuova idea ricca di tonalità differenti.
La floricoltura italiana, passione e territorio, per le più diverse produzioni: fiori e fronde recise,
piante fiorite in vaso, bulbi, semi, piante da giardino, da appartamento, per eventi di gioia, per
ricorrenze dolorose, per sorrisi, per amore. Terreni pianeggianti, produzioni collinari, serre
riscaldate, strutture ombreggianti per il verde, sabbia, terriccio, perlite, concimi, fitofarmaci, tecnici,
operai, varietà, ricerca.
Un settore dalle infinite sfumature, applicate in relazione all’ambiente che ha accolto quello che la
natura e la selezione hanno permesso di coltivare, secondo i metodi e le tecnologie più disparate.
La coltivazione di fiori e piante per adornare gli spazi, il piacere del profumo proveniente dalle
corolle dei fiori, affonda le proprie origini in tempi remoti. Furono gli etruschi e i romani ad iniziare
a porre attenzione alla coltivazione di piante da esterno e di fiori per l’abbellimento degli
ambienti, arricchiti dai profumi. Non casualmente uno dei primi recisi ad essere coltivato e ricercato
fu la rosa, per la quale vorrei rimarcare che “ci sono le rose ed i fiori”, a sottolineare il valore
regale dei suoi boccioli.
Passato il periodo medievale, si assiste alla diffusione dei giardini, a partire dal trecento, realizzati
con la varietà di offerta legata ai climi e microclimi delle varie aree geografiche italiane.
La floricoltura industriale italiana pone la propria nascita a metà del 1800, quando inizia un
interesse diffuso su tutto il territorio italiano, reso possibile anche dalla ricchezza di pubblicazioni
che, malgrado non fossero di massa, evidenziavano l’interesse in un settore dalle molteplici
opportunità.
La Toscana e la Liguria, che allargava i propri confini anche all’area di Nizza, possono essere
considerate le aree che precorsero le metodologie di coltivazione di piante ornamentali, e fu in
questi ambiti che si ebbero i più importanti sviluppi di superfici e strutture dedicate.
Ormai alle spalle le due guerre mondiali, fu la Liguria a rappresentare l’eccellenza produttiva
italiana, quasi monopolistica. Piccoli comuni del territorio imperiese, identificati come produzione
di fiori di Sanremo, videro la propria crescita economica in un’area, quella del Ponente
ligure che offriva condizioni ambientali ideali per le produzioni invernali in grande maggioranza
di rose e garofani. Sul mare: Ventimiglia, Taggia, Bordighera, Vallecrosia, Camporosso,
Ospedaletti, Riva Ligure, Santo Stefano al Mare, Dolceacqua, San Lorenzo al Mare, Cipressa e
nell’entroterra: Vallebona, San Biagio della Cima, Terzorio e molti piccoli paesi che vissero un
periodo florido ed effervescente.
Avvicinandoci agli anni ’80 la diffusione della floricoltura vedeva una copertura con poche aree
escluse del territorio italiano, ed una specializzazione per ognuna di esse. La zona dei laghi
(piante da appartamento e fiorite), Riviera dei fiori (fiori recisi e piante decorative da appartamento
e fiorite), Riviera di levante (fiori recisi e piante da appartamento), Pescia e provincia di
Pistoia (fiori per produzioni annuali), Livorno e Grosseto (ingrossamento bulbose), Santa
Marinella e Lazio (recisi e piante), Napoli e Campania (fiori recisi e piante da interno), Taviano
e Terlizzi (garofani), Sicilia (fiori recisi e da appartamento, ingrossamento bulbose e semi),
Sardegna (garofani).
L’Italia, sia per il consumo interno che per l’esportazione produce un numero immenso di specie:
fiori recisi, fronde, vasi fioriti, piante da appartamento, semi e bulbi.
Con l’avvento di trasporti più efficienti e metodi di conservazione perfezionati nel tempo, la
centralità produttiva italiana ed europea è venuta meno negli ultimi anni ’90 e nel nuovo millennio,
con la globalizzazione degli scambi commerciali. Attualmente sono i Paesi con i costi
di produzione minori ad imporre i propri numeri, lasciando ai gloriosi territori italiani, nicchie
di mercato difendibili con nuovi sistemi di coltivazione e continuo ed incessante lavoro di ricerca
di nuove varietà e specie da inserire nella produzione industriale.
Passione. Il carburante infinito che alimenta le grandi idee.
Ing. Roberto Fiumara
Presidente Giovani di Confagricoltura – ANGA Liguria