(Autorizzata con D.P.R. 18 giugno 2015 pubblicato nella G.U. n. 169 del 23 luglio 2015)
Poste Italiane comunica che il Ministero dello Sviluppo Economico ha emesso il giorno 7 dicembre 2015, un francobollo commemorativo di Gaetano Perusini, nel centenario della scomparsa, nel valore di € 0,95.
Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in calcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, autoadesiva Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta: mm 30 x 40; formato stampa: mm 26 x 36; formato tracciatura: mm 37 x 46; dentellatura: 11 effettuata con fustellatura; colori: uno; ti-
ratura: ottocentomila francobolli; foglio: quarantacinque esemplari, valore “€ 42,75”.
La vignetta raffigura un ritratto di Gaetano Perusini, medico neuropsichiatra e anatomopatologo dei primi del Novecento, le cui numerose opere scientifiche, rivoluzionarie per i tempi, anticiparono l’evoluzione della moderna scienza neuropsichiatrica.
Completano il francobollo le leggende “GAETANO PERUSINI 1879-1915” e “NEUROPSICHIATRA E ANATOMOPATOLOGO”, la scritta “ITALIA” e il valore “€ 0,95”.
Bozzettista e incisore: Rita Fantini.
Roma, 7 dicembre 2015
Gaetano nacque a Udine il 24 febbraio 1879, da Andrea Perusini e da Paolina Cùmano. Il padre fu primario medico a Udine e partecipò alle guerre di indipendenza organizzando ospedali per i feriti a Udine.
Paolina Cùmano era figlia di Costantino, primario chirurgo a Trieste, collezionista, politico e patriota, partecipò ai moti del ’48 come capitano della Guardia civica, nel ’49 fu costretto a fuggire in Grecia, nel ’59 durante la seconda guerra d’indipendenza fu arrestato per attività sovversiva e per essere a capo del partito d’azione di Mazzini; condannato a morte, fu graziato dall’armistizio di Villafranca.
Le due famiglie, appartenenti all’alta borghesia, avevano significative peculiarità ed alcune affinità: entrambe fortemente impegnate nella vita politica ed amministrativa, caratterizzate da forte coerenza morale, onestà intellettuale, generosità, senso del sacrificio, ideali patriottici oltre a di-
sponibilità economica che ha consentito esperienze internazionali. Paolina e Andrea ebbero tre figli, il terzogenito fu il nostro Gaetano.
Si diplomò al Reale Liceo Jacopo Stellini di Udine, si iscrisse a Medicina a Pisa, al 5° anno si trasferì a Roma dove incontrò il compagno di studi Ugo Cerletti, col quale strinse vera e duratura amicizia.
Frequentò assiduamente la Clinica Psichiatrica ed il Manicomio della Lungara, sotto la guida del Prof. Giannelli si laureò giovanissimo a 22 anni il 18 luglio 1901 discutendo la tesi: L’apparecchio passivo di masticazione nei delinquenti, di evidente ispirazione lombrosiana, ispirazione poi abbandonata, che ebbe il premio della pubblicazione. Da giovane laureato era interessato a studiare le possibili relazioni fra lesione organica dell’encefalo e disturbo psichico.
Lavoratore indefesso, insieme all’amico Cerletti, nei mesi estivi, quando gli istituti universitari erano chiusi, fece delle ricerche sul cretinismo endemico perlustrando alcune valli alpine, specie la Valtellina: ne risultò una meticolosa ricerca di famiglie affette da gozzo e da cretinismo, corredata di ampia iconografia fotografica, presupposto di futuri studi sull’argomento.
Frequentò prestigiosi istituti stranieri, in Svizzera dove si scontrò con le emergenti teorie psicanalitiche, ed in Germania. Era a Monaco di Baviera nell’istituto diretto da Kräpelin quando nel novembre 1906 Alzheimer presentò, in una riunione di psichiatri a Tubinga, il caso di Auguste Deter affetta da “una caratteristica malattia della corteccia cerebrale”. Perusini era ospite come medico frequentatore del suo laboratorio a Monaco: momento importante nella storia della me-
dicina perché fu allora che il maestro affidò a Perusini il compito di approfondire il caso e la malattia. Nel dicembre 1908 Perusini terminò il suo fondamentale lavoro, in lingua tedesca, che costituirà la base della descrizione della demenza Über klinisch und histologisch eigenartige psychische Erkrankung das späteren Lebenshalters (= sugli aspetti clinici ed istologici di una particolare malattia psichica dell’età avanzata): il lavoro, pubblicato nel 1909, è un ponderoso
lavoro nel quale Perusini descrisse 4 casi con le caratteristiche cliniche ed anatomopatologiche della malattia che gli diede fama internazionale. Nel 1910 ottenne la libera docenza in Clinica delle malattie nervose e mentali. L’anno dopo torna a Roma a formare con gli amici Cerletti e Bonfiglio il cosiddetto “gruppo romano di Monaco” in quanto tutti e tre avevano frequentato il laboratorio di Alzheimer.
Dopo concorsi aboliti o persi e opportunità sfumate, vinse un concorso di assistente al Mombello di Milano nel 1913.
In questo periodo della vita milanese insieme a Paolo Pini, neurologo ed assessore in Provincia, si diede da fare per creare un “Istituto di alti studi psichiatrici” ed insistette che non lui ma Cerletti ne fosse a capo. Aveva fino allora scritto oltre 40 lavori scientifici.
... ma in Italia soffiavano forti venti di guerra!
Friulano ed antiaustriaco, considerando gli ideali patriottici delle famiglie da cui trasse i natali, non è difficile comprendere il suo spirito inteventista, contrariamente a quanto farebbe pensare la sua profonda conoscenza del mondo tedesco. Sorprendendo quindi la maggioranza dei colleghi
si arruolò come volontario nell’esercito italiano, senza riferire il suo titolo di libero docente. Il 14 maggio 1915 si presentò all’Ospedale militare di Bologna. Due giorni dopo partì con l’XI Divisione per Udine e Cormons. Dimostrandosi esperto dei luoghi fu di grande aiuto ai suoi superiori; prediligeva offrire la sua opera in prima linea, in trincea, piuttosto che nell’ ospedale di guerra, rifiutando anche il ruolo di direttore di uno di essi, adducendo la motivazione che da psichiatra non sarebbe stato idoneo alla attività prevalentemente chirurgica.
Il 28 novembre si trovava in una infermeria, inutilmente protetta dalla bandiera bianca, in località Vallerisce sulle pendici del monte Podgora. Nel soccorrere in prima persona i feriti sul campo fu colpito da una shrapnel. Trasportato all’Ospedale di guerra n.11 della Croce Rossa Italiana, allestito
a Cormons in una fattoria di proprietà della sua famiglia, morì l’8 dicembre 1915 alle ore 17.
Fu decorato di medaglia d’argento al valor militare con la seguente motivazione: «Di servizio al posto avanzato della sezione di sanità, mentre la casa ove il posto stesso si trovava era fatta segno di violento fuoco di artiglieria nemica, con mirabile sangue freddo, continuava a prestare l’opera
sua ai numerosi feriti, finché cadde mortalmente ferito. San Floriano, 28 novembre 1915».
In un uomo integro e coerente, rigoroso nella scienza come nella vita, ricco di valori umani, l’eroica morte aggiunge valore al contributo che, pur nella brevissima vita, riuscì a dare all’umanità contribuendo alla conoscenza del gozzo ipotiroideo, ma soprattutto, successivamente, per suggerimento di Alzheimer, definì le caratteristiche della malattia, che come ha recentemente riconosciuto la scuola tedesca, dovrebbe tornare a chiamarsi Demenza di Alzheimer-Perusini.
Bruno Lucci
Primario Emerito Neurologia Pordenone