Emissione di quattro francobolli celebrativi della Prima Guerra Mondiale
(racchiusi in un foglietto)
(Autorizzata con D.P.R. 22 agosto 2014 pubblicato nella G.U. n. 248 del 24 ottobre 2014)
Poste Italiane comunica che il Ministero dello Sviluppo Economico emetterà il giorno 24 maggio 2015, quattro francobolli celebrativi della Prima Guerra Mondiale (racchiusi in un foglietto),
nel valore di € 0,80 per ciascun soggetto. I francobolli sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta patinata gommata,
fluorescente; grammatura: 100 g/mq; formato carta: mm 40 x 30; formato
stampa: mm 36 x 26; dentellatura: 13 x 13 ½; colori: sei; tiratura: ottocentomila foglietti; formato del foglietto: cm 20 x 9.
Le vignette riproducono personaggi e scene della Prima Guerra Mondiale, e precisamente, rispettivamente da sinistra a destra in senso orario:
-Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana, accanto al suo velivolo;
-una postazione di artiglieria da montagna del Corpo degli Alpini del Regio Esercito Italiano;
-una trincea con una postazione di mitraglieri del Regio Esercito Italiano durante la battaglia di Gorizia;
-un MAS (Motoscafo Anti Sommergibile) della Regia Marina Militare Italiana.
Completano i francobolli la leggenda comune “PRIMA GUERRA MONDIALE”, le rispettive leggende “IN CIELO”, “IN MONTAGNA”, “IN TRINCEA” e “IN MARE”, la scritta “ITALIA” e il valore “€
0,80”. I francobolli, disposti su due file, sono impressi in un riquadro perforato posto nel lato destro del
foglietto. Fuori dal riquadro, a sinistra, è riprodotta la facciata del monumento nazionale a Vittorio Emanuele II, meglio conosciuto con il nome di Vittoriano o Altare della Patria, situato
a Roma, sul Campidoglio, affiancato a sinistra dal logo del Centenario della Prima Guerra
Mondiale adottato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sul lato superiore del foglietto è riportata la scritta “PRIMA GUERRA MONDIALE”; a destra, in
verticale, le date “1914 1918”.
Bozzettista: Luca Vangelli.
Roma, 24 maggio 2015
La prima guerra mondiale ha rappresentato per il popolo italiano una grande e durissima esperienza, costata seicentomila morti e un milione e mezzo di feriti.
A cento anni dall’entrata in Guerra dell’Italia, il tempo trascorso ci consente una visione finalmente matura di quel passaggio drammatico della nostra vita nazionale, e ci induce a
coglierne significati e valori che fanno ormai tutt’uno con la coscienza del cammino percorso da allora
dal nostro Paese.Fu quella una guerra di popolo, con una moltitudine di Eroi: militari e civili, uomini e donne, gente del Nord e del Sud, tutti uniti in uno sforzo corale, epico e condiviso,
nel quale le Forze Armate furono protagoniste al servizio di un Paese ancora giovane e fragile.
L’Italia entrò nel conflitto il 24 maggio 1915: quello stesso giorno, un colpo di cannone sparato dal Forte Verena, eretto a difesa del confine italiano con l’Impero Austro-Ungarico, segnò
l’inizio delle operazioni da parte dell’Esercito italiano.
In quella guerra si concentrò l’essenza di un conflitto che, oltre a coronare il sogno risorgimentale dell’unità territoriale del Paese, portò gli italiani, per la prima volta nella Storia, a
sentirsi parte di una collettività nazionale e a combattere, uniti, per quella che sentivano essere la loro Patria.
Lo storico Giuliano Procacci, autore di un pregevole profilo di storia degli italiani, ha scritto:
“Con la guerra vastissimi strati sociali, il cui mondo era stato sino allora circoscritto entro un orizzonte provinciale, venivano costretti per forza delle cose a prendere coscienza del
loro destino comune e dell’esistenza di una collettività nazionale. L’Italia umile e provinciale, […] si trovò
coinvolta nella guerra e i suoi figli poveri seppero di essere cittadini solo quando si trovarono vestiti da soldati e furono mandati a combattere nelle trincee. Si può dire anzi che
un’opinione pubblica nazionale, nel senso più largo del termine, nacque in Italia solo con la prima guerra
mondiale, la prima grande esperienza collettiva del popolo italiano.”
Quella grande e durissima esperienza culminò nella reazione al disastro di Caporetto, nella resistenza sul Piave e sul Grappa fino alla vittoriosa offensiva di Vittorio Veneto.
Ancora oggi l’Oslavia, l’Ortigara, la Bainsizza, il Grappa, l’Isonzo, il Piave costituiscono non semplici riferimenti geografici, ma luoghi sacri, dove la cronaca si è fatta storia e dove,
attraverso i lunghi anni trascorsi da quelle vicende, la memoria collettiva è diventata coscienza nazionale.
L’Armistizio di Villa Giusti con l’Austria, il 4 novembre 1918, fu per gli italiani molto più che la dichiarazione formale della fine delle ostilità e della vittoria contro il nemico: quell’atto
segnò il momento conclusivo di un processo di maturazione politico-sociale che aveva avuto inizio
con le epiche pagine del Risorgimento. In un’Italia ancora fragile, il seme dell’unità nazionale era finalmente e compiutamente germogliato.
In cento anni di storia, attraverso alterne vicende, l’Italia ha proseguito il suo cammino di sviluppo e progresso.
È cresciuto, nelle coscienze e nelle leggi, lo spirito della democrazia e della libertà e si è rafforzata la vocazione alla pace, consacrata solennemente nella nostra Carta Costituzionale.
Nella fedeltà a questi ideali, le Forze Armate di oggi guardano con orgoglio alla loro storia, una storia di eroismo e di sacrificio, di fedeltà al Paese e di sostegno alle politiche
internazionali di supporto alla stabilità e alla sicurezza, per impedire che la violenza mai più sia utilizzata “come
mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, come purtroppo accadde in Europa nel 1914-1918.
Sen. Roberta Pinotti
Ministro della Difesa