(Autorizzata con D.P.R. 22 agosto 2014 pubblicato nella G.U. n. 248 del 24 ottobre 2014)
Poste Italiane comunica che il Ministero dello Sviluppo Economico ha emesso il giorno 22 luglio 2015,
un francobollo commemorativo di San Filippo Neri, nel V centenario della nascita, nel valore di € 0,80.
Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq;
supporto:
carta bianca, autoadesiva Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua,
distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta: mm 30 x 40; formato stampa: mm 26 x 38;
formato tracciatura: mm 37 x 46; dentellatura: 11 effettuata con fustellatura; colori: sei;
tiratura: un milione e seicentomila francobolli; foglio: quarantacinque esemplari, valore “€ 36,00”.
La vignetta riproduce, entro una cornice con motivi geometrici e floreali, un particolare dell’opera
di Giuseppe Nuvolone dal titolo “San Filippo Neri presentato alla Vergine da un angelo”,
realizzata intorno al 1657 e conservata presso la Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
Completano il francobollo la leggenda “SAN FILIPPO NERI 1515 – 1595”, la scritta “ITALIA” e il valore “€ 0,80”.
Bozzettista: Luca Vangelli.
Roma, 22 luglio 2015
Filippo Neri nasce a Firenze il 21 luglio 1515. La famiglia dei Neri, che aveva conosciuto in passato una certa importanza, risentiva allora delle mutate condizioni politiche e viveva
in modesto stato economico. Il padre, Francesco, era notaio, ma l’esercizio della sua professione era ristretto ad una piccola cerchia di clienti; la madre, Lucrezia da Mosciano, moriva
poco dopo aver dato alla luce il quarto figlio.
Filippo, dotato di un bellissimo carattere, pio e gentile, il “Pippo buono” che suscitava affetto ed ammirazione tra tutti i conoscenti. Dal padre, probabilmente, Filippo ricevette la prima
istruzione, che lasciò in lui soprattutto il gusto dei libri e della lettura, una passione che lo accompagnò per tutta la vita, testimoniata dall’inventario della sua biblioteca privata,
lasciata in morte alla Congregazione romana, e costituita di un notevole numero di volumi. La formazione religiosa del ragazzo ebbe nel convento dei Domenicani di San Marco un centro forte
e fecondo. Si respirava, in quell’ambiente, il clima spirituale del movimento savonaroliano, e per fra Girolamo
Savonarola Filippo nutrì devozione lungo tutto l’arco della vita, pur nella evidente distanza dai metodi e dalle scelte del focoso predicatore apocalittico. Intorno ai diciotto anni, Filippo si
recò da un parente, avviato commerciante e senza prole, a San Germano, l’attuale Cassino.
Ma l’esperienza della mercatura durò pochissimo tempo. Lo troviamo infatti a Roma, a partire dal 1534. Vi si recò, probabilmente, senza un progetto preciso. Roma, la città santa delle
memorie cristiane, la terra benedetta dal sangue dei martiri, attrasse il suo desiderio di intensa vita spirituale: Filippo vi giunse come pellegrino, e con l’animo del pellegrino
penitente, visse gli anni della sua giovinezza, austero e lieto al tempo stesso, tutto dedito a coltivare lo spirito.
La casa del fiorentino Galeotto Caccia, capo della Dogana, gli offrì una modesta ospitalità ricambiata da Filippo con l’incarico di precettore dei figli del Caccia. Lo studio lo attira
- frequenta le lezioni di filosofia e di teologia dagli Agostiniani ed alla Sapienza - ma ben maggiore è l’attrazione della vita contemplativa.
La vita contemplativa che egli attua è vissuta nella libertà del laico che poteva scegliere, fuori dai
recinti di un chiostro, i modi ed i luoghi della sua preghiera: Filippo predilesse le chiese solitarie,
i luoghi sacri delle catacombe, memoria dei primi tempi della Chiesa apostolica. Coltivò per tutta la vita questo spirito di contemplazione, alimentato anche da fenomeni straordinari, come
quello della Pentecoste del 1544, quando Filippo, nelle catacombe di san Sebastiano, durante una notte di intensa preghiera, ricevette in forma sensibile il dono dello Spirito Santo che gli
dilatò il cuore infiammandolo di un fuoco che arderà nel petto del santo fino al termine dei suoi giorni.
Questa intensissima vita contemplativa si sposava nel giovane Filippo ad un’attività di apostolato nei confronti di coloro che egli incontrava nelle piazze e per le vie di Roma, nel servizio
della carità presso gli Ospedali degli incurabili, nella partecipazione alla vita di alcune confraternite, tra le quali, in modo speciale, quella della Trinità dei Pellegrini, di cui
Filippo, se non il fondatore, fu sicuramente il principale artefice insieme al suo confessore P. Persiano Rosa.
Ed è sotto la direzione spirituale di P. Persiano che maturò lentamente la chiamata alla vita sacerdotale. Filippo se ne sentiva indegno, ma sapeva il valore dell’obbedienza fiduciosa ad
un padre spirituale che gli dava tanti esempi di santità. A trentasei anni, il 23 maggio del 1551, nella chiesa parrocchiale di S. Tommaso in Parione Filippo veniva ordinato
sacerdote.
Filippo Neri andò ad abitare nella Casa di san Girolamo, sede della Confraternita della Carità, che ospitava a pigione un certo numero di sacerdoti secolari. Qui il suo principale
ministero divenne l’esercizio del confessionale, ed è proprio con i suoi penitenti che Filippo iniziò, nella semplicità della sua piccola camera, quegli incontri di meditazione, di dialogo
spirituale, di preghiera, che costituiscono l’anima ed il metodo dell’Oratorio. Ben presto quella cameretta non bastò al numero crescente di amici spirituali, e Filippo ottenne da “quelli
della Carità” di poterli radunare in un locale, prima destinato a conservare il grano che i confratelli distribuivano ai
poveri. Tra i discepoli del santo, alcuni - ricordiamo tra tutti Cesare Baronio e Francesco Maria Tarugi, i
futuri cardinali - maturarono la vocazione sacerdotale, innamorati del metodo e dell’azione pastorale di P. Filippo. Nacque così, senza un progetto preordinato, la
“Congregazione dell’Oratorio”: la comunità dei preti che nell’Oratorio avevano non solo il centro della loro vita spirituale, ma anche il più fecondo campo di apostolato. Questi andarono ad
abitare a San Giovanni dei Fiorentini. E qui iniziò tra i discepoli di Filippo quella semplice vita famigliare, retta da poche regole essenziali, che fu la culla della futura
Congregazione.
Nel 1575 Papa Gregorio XIII affidò a Filippo ed ai suoi preti la piccola e fatiscente chiesa di S. Maria in Vallicella, istituendo con la Bolla “Copiosus in misericordia Deus” la
Congregazione dell’Oratorio. Filippo, che continuò a vivere nell’amata cameretta di San Girolamo fino al 1583, e che si trasferì, solo per obbedienza al Papa, nella nuova residenza dei suoi
preti, si diede con tutto l’impegno a ricostruire in dimensioni grandiose ed in bellezza la piccola chiesa della Vallicella.
Qui trascorse gli ultimi dodici anni della sua vita, nell’esercizio del suo prediletto apostolato di sempre: l’incontro paterno e dolcissimo con ogni categoria di persone, nell’intento di
condurre a Dio ogni anima non attraverso difficili sentieri, ma nella semplicità evangelica, nella letizia dello spirito che sgorga dall’unione con Dio. Si spense nelle prime ore del 26
maggio 1595, all’età di ottant’anni, amato dai suoi e da tutta Roma di un amore carico di stima e di affezione.
La sua vita è chiaramente suddivisa in due periodi di pressoché identica durata: trentasei anni di vita laicale, quarantaquattro di vita sacerdotale. Ma Filippo Neri, fiorentino di nascita e
romano di adozione fu sempre quel prodigio di carità apostolica vissuta in una mirabile unione con Dio, che la Grazia divina operò in un uomo originalissimo ed affascinante. Tanto egli
aveva adottato Roma, quanto Roma aveva adottato lui. “Apostolo di Roma” lo definirono immediatamente i Pontefici ed il popolo Romano, attribuendogli il titolo riservato a Pietro e Paolo,
titolo che Roma non diede a nessun altro dei pur grandissimi santi che, contemporaneamente a Filippo, avevano vissuto ed operato tra le mura della Città Eterna. Proprio a Roma il 26 maggio
2015 hanno avuto
inizio le celebrazioni per il quinto centenario della nascita del Santo che termineranno il 25 maggio dell’anno seguente. Filippo Neri lascia in eredità alla sua Congregazione oggi sparsa
in tutto il mondo ed alla Chiesa intera il dono di una vita a cui la Chiesa non cessa di guardare con gioioso stupore.
Alberto Bianco
Archivista Generale della Confederazione delle Congregazioni dell’Oratorio