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Emissione di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “il Senso civico” dedicato alla Scuola di Barbiana

(Autorizzata con Decreto 10 dicembre 2014 pubblicato nella G.U. n. 8 del 12 gennaio 2015)

Poste Italiane comunica che il Ministero dello Sviluppo Economico ha emesso il giorno 9 dicembre 2015, un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “il Senso civico” dedicato alla Scuola di Barbiana, nel valore di € 0,95.

Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto:

carta bianca, autoadesiva Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco); formato carta e formato stampa: mm 40 x 30; formato tracciatura: mm 46 x 37; dentellatura: 11 effettuata con fustellatura; colori: quadricromia; tiratura: ottocentomila francobolli; foglio: quarantacinque esemplari, valore “€ 42,75”.

La vignetta raffigura la chiesa del ‘300 e la canonica nel territorio del Mugello dove don Lorenzo Milani nel 1956 fondò la Scuola di Barbiana; in primo piano una serie di bambini di spalle intenti a guardare la scuola.

Completano il francobollo la leggenda “SCUOLA DI BARBIANA”, la scritta “ITALIA” e il valore “€ 0,95”.

 

Bozzettista: Fabio Abbati.

Roma, 9 dicembre 2015

 

Nato a Firenze il 27 maggio 1923, rampollo d’una ricca e coltissima famiglia agnostica (di radici giudaico-cristiane) imparentato con i Weiss, i Comparetti, i Raffalovich e in stretti rapporti con la ricca borghesia del suo tempo, Lorenzo Milani trovò agio e coraggio di scegliere i propri percorsi anche nei momenti più bui della storia della società italiana. Nel 1933 ricevette il battesimo cattolico. Una scelta che la famiglia fece per ragioni di sicurezza più che per fede. Svogliato a scuola e insofferente dell’autorità, ebbe almeno un amore giovanile di un certo spessore e, ancora, una passione estemporanea per l’arte. Frequentò ottime scuole, fra queste il Berchet di Milano e l’Accademia di Brera. Fu anche allievo di Hans Joachim Staude. Avrebbe potuto continuare a godere, anche nullafacente, d’una vita cosmopolita, agiata e rispettata. 

Ma, nel pieno infuriare della guerra, Lorenzo si convertì. Le ragioni della conversione sono ancora oggi motivo di studio e di dibattito. Egli accennò in momenti diversi a un testo sacro trovato in una cappella sconsacrata, al percorso artistico intrapreso e alla lettura di un testo affascinante del premio Pulitzer, Thornton Wilder: “The Bridge of San Luis Rey” (=Il Ponte di San Luigi Re).

Da quel momento una catarsi profonda e irreversibile si manifestò nel suo modo di pensare, d’esprimersi e d’agire. Questo è ‘il’ Lorenzo che resterà nella Storia Italiana: un uomo di Fede, un testimonio di Cristo, un ministro di Dio, ma anche un eccezionale insegnante e un esempio d’aderenza ai principi della coscienza.

Ordinato sacerdote fu assegnato alla parrocchia di San Donato di Calenzano (quale coadiutore del parroco). Aprì una scuola popolare per attirarvi giovani e disoccupati, analfabeti ed emarginati, aldilà del credo politico e della fede religiosa. Nei suoi disegni, questa scuola doveva formare i giovani all’esercizio dei diritti e dei doveri civili attraverso la conoscenza, la cultura e il confronto delle idee. Suo ultimo scopo, poi, era rendere chiaro e comprensibile il messaggio delVangelo a gente incapace d’intendere i testi sacri.

Entrato in contrasto con persone grette e settarie, in un periodo di forti contrasti sociali, divenne rapidamente l’oggetto d’invidie e malelingue. A causa d’esse venne prudenzialmente trasferito a Barbiana, una frazione (pochi miseri casali sparsi sui monti del Mugello) del comune diVicchio (a nord di Firenze). Là, si credeva, malumori e contrasti sarebbero cessati. Così esattamente non fu.

Quanto don Lorenzo fece da allora (arrivò a Barbiana il 6 Dicembre 1954), lo rese famoso prima in Italia e poi nel mondo.

La nuova scuola, prima (aperta a ragazzi che mai avrebbero avuto altra buona opportunità di studio), e i carteggi, poi, lo resero famoso e chiacchierato. Sorsero schiere d’avversari e di sostenitori che si affrontavano in punta di penna su quotidiani, riviste, com’anche in incontri e convegni. La sua stessa ‘Ditta’, la Chiesa, annoverava tifoserie di segno opposto, in un periodo di forti trasformazioni sociali e istituzionali.

Forte fu in lui la convinzione, sempre propugnata anche a costo di pagarne le estreme conseguenze, che ogni singolo Cittadino è Sovrano e, come tale, deve sempre comportarsi a favore dell’interesse pubblico.

L’uscita del suo unico libro, “Esperienze Pastorali” (la cui diffusione fu subito sospesa ‘temporaneamente’), e poi delle scritture collettive prodotte dai e coi suoi ragazzi, “Lettera a una Professoressa” (duro attacco al sistema educativo), “Lettera ai Cappellani militari” (un classico esempio di percorso educativo che partendo da un motivo occasionale, nasconde un motivo profondo e vuol raggiungere un fine altissimo) e la conclusiva “Lettera ai Giudici” (una superba autodifesa di tipo Socratico), ebbero subito vasta eco e resero detti testi veri e propri ‘best sellers’. La sola “Lettera a una Professoressa” ha visto traduzioni in almeno 37 lingue e in un numero indefinito di idiomi. Recenti sono le sue traduzioni, a nostra cura, in russo, cinese e arabo. Il 26 giugno 1967, a 44 anni d’età, don Lorenzo Milani moriva per un linfogranuloma. L’ultima sua affascinante lezione fu centrata sulla Morte e su come essa ha da essere vissuta e serenamente accettata.

 

Manrico Casini – Velcha

Coordinatore Progetti & Relazioni Esterne

“Centro Formazione e Ricerca don L. Milani e Scuola di Barbiana” 

Enos Lases iuvate semper

 

Barbiana non è solo un luogo diVicchio, ma della collettività. Barbiana sconfina ogni limite geografico perché è un territorio della mente, che ha contribuito a modificare per sempre il paesaggio ideologico, culturale e sociale.

Educazione e senso civico, questi gli obiettivi del pensiero dell’azione milaniana. Una scuola che forma il senso morale, il senso della legalità, il senso sociale, il senso dell’accoglienza e della solidarietà, il senso politico, per rendere il cittadino parte attiva della società.

Una scuola che non è più un luogo di travaso di sterili nozioni dal maestro agli allievi. Don Milani apre le porte a un’inversione di rotta, dove il rapporto maestro-allievi diventa biunivoco e la scuola si trasforma in palestra di vita: a Barbiana si imparano la geografia, l’italiano, la storia, l’astronomia, la pittura, e le altre materie, si legge criticamente il giornale, ma si capiscono anche il valore della presa di coscienza, la consapevolezza del proprio essere, il significato di vivere in una comunità dove l’altro non è “altro da sé”. Il territorio di Vicchio è come una fitta trama di culture, costellata da nomi illustri come Giotto, Beato Angelico, Benvenuto Cellini, Don Lorenzo Milani, che hanno vissuto proprio qui una tappa importante del loro cammino di vita, trasformate poi, ognuna di esse, in pilastri fondanti della nostra più alta storia culturale.

L’esperienza della Scuola di Barbiana è motivo d’orgoglio e di impegno per il Comune diVicchio, che la valorizza tramite l’Istituzione Culturale Centro di Documentazione Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana, nata non solo per mantenere sempre attuale e vivo il più profondo messaggio milaniano, rivolto ai giovani e alla scuola, ma volta anche ad unire, come forza centripeta, le varie realtà nate per gli stessi scopi, proprio nel segno degli insegnamenti del maestro Don Lorenzo Milani.

“Poi insegnando imparavo tante cose. Per esempio ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia”.

 

Lettera ad una Professoressa

Roberto Izzo

Sindaco di Vicchio di Mugello (FI)

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