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La cartolina postale

Navigando per internet, ascoltando radio nazionali e locali oppure leggiucchiando qua e là tra le varie rassegne stampa del primo ottobre di questo 2015 giunto ai suoi mesi finali, è facile imbattersi nella celebrazione di un curioso anniversario, quello della invenzione della carolina postale. Per le persone nate intorno alla metà del secolo scorso e fino a tutti gli anni 70, questo oggetto è ancora capace di evocare dei ricordi emozionali molto speciali. Chi non ricorda, infatti, anche con una certa dose di tenerezza verso se stessi, l’infantile trepidazione nell’attendere e poi vedere questo cartoncino colorato nella propria cassetta delle lettere (quelle cassette di legno di una volta), afferrarlo prima che qualche altro potesse farlo e leggere il breve testo e la firma del mittente, guardare la città di provenienza e quelle poche righe in quel piccolo spazio disponibile -oggi si direbbe un twit- in cui si riusciva a condensare affetto, simpatia, amicizia o anche amore.

Quasi un must per amici o amanti che avessero intrapreso un viaggio o un trasferimento fuoricasa

Neppure una cartolina mi hai mandato!”,  era il peggior rimprovero si potesse ricevere nei casi di una scarsa memoria o attenzione verso questo atto obbligato a conclusione di un periodo di vacanza.  Non si sarebbe trattato infatti di vera vacanza se non si fosse conclusa con “devo comprare i francobolli e spedire le cartoline”.
Oggi soppiantate da SMS e mail, le cartoline in realtà rappresentano un antesignano dei social, in particolare dei twitter. Già all’origine il suo inventore un professore di economia austriaco, al secolo Hermann Emmanuel, dell'Accademia militare di Wienere Stad propose una forma di corrispondenza veloce e stringata per le comunicazioni istituzionali e determinò lo spazio della cartolina in cui si poteva scrivere ed erano consentite massimo 20 parole.    
Nacque così la prima cartolina postale che fu emessa il 1 ottobre 1869 dall’impero Austro-Ungarico.

In Italia iniziarono a circolare nel 1874, al costo di dieci centesimi, accompagnate dall'effigie di Vittorio Emanuele II, il re dell'Unità nazionale. Tra i soggetti più ricorrenti in quegli anni, monumenti come il Vittoriano e il Colosseo, insieme a scene di vita quotidiana legata ai viaggi in tram e in treno, e ad aspetti tradizionali come balli popolari, strumenti musicali e ambientazioni contadine. Ora sono per alcuni solo un ricordo e per altri solo oggetti del passato da collezionare, ma se ci si sofferma a leggere quei twit si rivelano dei frammenti di informazione, in cui è interessante andare a scoprire le “storie” legate ai modi di vivere di un’epoca e degli uomini che l’hanno vissuta.

                                                                                                                                   (Maurizio Di Paolo)

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