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Posta Pneumatica: un’altra Raccolta è possibile

 

Raccontano le cronache che gli antichi romani gettavano i rifuti dalla finestra o, nel migliore dei casi, li abbandonavano lungo le vie della città: «Se esci per le strade di notte ogni finestra che si apre è una minaccia di morte: tutto quel che puoi fare è augurarti che si limitino a gettare solo il loro vaso da notte» (Giovenale, Satire, III).

 

 

Due millenni e molte innovazioni tecnologiche dopo, le metropoli del pianeta non hanno ancora trovato la soluzione definitiva al problema dei rifiuti, ma qualcosa oggi sta per cambiare. Lo sa bene ad esempio il sindaco di Romainville, cittadina francese di 23.000 abitanti situata nella periferia nord di Parigi, che ha avviato un metodo sperimentale per la raccolta dei rifiuti: l’applicazione reale di un sistema “ad aspirazione pneumatica”, ideato in Svezia già nel 1961 e sperimentato anche a Londra e Stoccolma.

Un centinaio di colonnine, collocate a coppie di due, sostituiscono i ben conosciuti cassonetti: una è dedicata alla raccolta dell’umido, mentre l’altra accoglie tutti i materiali riciclabili. Una volta che le colonnine hanno raggiunto il peso massimo di contenimento dei rifiuti, i sacchetti vengono aspirati da una corrente d’aria e un elaborato sistema di tubi sotterraneo li trasporta per quattro chilometri a una velocità di 70 km/h.

Giunta al collettore centrale, la spazzatura viene ulteriormente differenziata grazie a dispositivi meccanici, compattata e caricata su camion per essere trasportata, una volta al giorno, verso i centri di trattamento per i materiali riciclabili e gli inceneritori.

Questa innovativa pratica risparmia all’ambiente notevoli danni e contribuisce a migliorare la qualità della vita: basta camion per la raccolta, meno smog, meno rifiuti per le strade, meno odori poco gradevoli e un più efficace servizio di smaltimento.

 

E in Italia?

 

In Italia, il primo impianto di raccolta pneumatica dei rifiuti è stato installato l’anno scorso nel nuovo quartiere delle Varesine di Milano.

L’utente potrà inserire i sacchetti dell’immondizia in stazioni di carico dotate di sensori in grado di tenere separati i sacchetti per contenuto e collocate in punti strategici del quartiere o all’interno degli edifici. I rifiuti saranno sparati a 70 chilometri l’ora nel sottosuolo, fino a raggiungere una piattaforma centralizzata: gli oltre 600 chili di immondizia prodotti ogni giorno dagli abitanti del nuovo quartiere, arriveranno alla centrale di raccolta già suddivisi: plastica, carta, metallo, umido.

 

All’interno della centrale un getto ciclonico separa l’aria impiegata per il trasporto dai rifiuti, mentre un compattatore ne riduce il volume. Filtri a carboni attivi per l’eliminazione degli odori e filtri “a manica”

per l’eliminazione delle polveri fini depurano l’aria utilizzata nel trasporto prima di rilasciarla nuovamente nell’atmosfera. Compressi e differenziati, i rifiuti sono poi introdotti in appositi container, prelevati periodicamente dai mezzi della nettezza urbana.

 

A fronte dell’investimento iniziale, con questo sistema si abbattono drammaticamente i costi di manutenzione rispetto alla gestione tradizionale, anche perché la compattazione rende necessario un minor numero di prelievi da parte degli automezzi dedicati. Si stima che in Italia raccogliere una tonnellata di rifiuti costa circa 100 euro, mentre con un impianto simile il costo diminuirebbe a 60 euro.

 

Un effetto benefico che si ripercuote anche sullo spazio comune: addio ai cassonetti, ai cattivi odori ed ai rumorosi camion di raccolta. Si può proprio dire che la vecchia posta pneumatica, come un nuova fenice, rinasce oggi dalle sue ceneri per diventare uno dei fattori dell’innovazione del XXI secolo.

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