Il testo steso dall’autore integra e completa il sito da lui stesso dedicato alle radio di ogni epoca e luogo e che il medesimo ha acquistato nel corso degli anni. Radio, che in molti casi, ha con entusiasmo fatto restaurare e riportare allo stato di origine. In diversi casi ,per entrare in possesso di modelli rari e particolari,ha dovuto acquistarne le varie parti in più occasioni e fatte poi ricomporre. Aniello Stanzione, fervida mente, pur dedicandosi con impegno alla vita del lavoro, ha sempre coltivato la passione per la radio, non solo per la propria soddisfazione ma anche allo scopo di dividere con gli altri quell’atmosfera di immaginazione e realtà che tali strumenti sanno creare. Con la sua continua ricerca ha toccato molti lidi vivendo e facendo quindi rivivere il passato sotto ogni aspetto, non solo tecnologico Chi è meno giovane non può non rammentare le cose belle e, sovente, gli eventi drammatici cui sono stati legati, in qualche caso questi magnifici apparecchi. Anche i giovani, attraverso la loro analisi, possono vivere certe emozioni ed apprendere le cause, ovvero quella storia che è di tutti noi. Ma se velatamente accantoniamo i nostri ricordi, ci rendiamo conto di ciò che la radio ci ha regalato fin dalla sua invenzione, Del resto anche ad essa ed alla sua evoluzione dobbiamo il patrimonio culturale che oggi possediamo. Così come tutta la moderna tecnologia da lei derivante. non vogliamo però tediare o, in qualche modo incupire alcuno ma goderci il contenuto del testo che segue. Con la speranza che la condivisione di questo interesse possa essere fonte di ulteriori piaceri.
…. La radio vi fa da giornale quotidiano; vi da’ il bollettino, che e’ la cosa piu’ importante della giornata….
Vi fa da posta, portando a vostra moglie le vostre notizie e dando a voi le sue; e se non avete moglie ,la Radio vi sposa; la radio canta per voi, se siete stanchi, e insegna ai vostri figli lontani le canzoni vostre….
Di solito le origini della nostra canzone vengono fatte risalire al primo novecento. Ma è un periodo che piu’ alla storia sembra appartenere alla preistoria della canzone italiana intesa come fenomeno popolare. Lo stile era elegante e ricercato, il destinatario un pubblico di estrazione borghese e cittadina, la divulgazione limitata e comunque graduale per l’assenza di mezzi di diffusione di massa , a parte i pianini ambulanti. La situazione non cambiò di molto negli anni venti. il disco, è vero, in quegli anni migliorò decisamente la sua qualità ; è del 1925 la sostituzione dell’incisione acustica con quella elettrica, ma rimase un prodotto di lusso,riservato a pochi. Grande popolarità ottennero le canzoni che parlavano della radio stessa o che con essa in qualche modo si identificavano: Possiamo citare l’uccellino della radio, usato nelle pause tra un programma e l’altro ;”Quando la radio “ a ognuno dei quali è stato dato un significato particolare.
“Ho pensato che ascoltare la radio possa consolare qualcuno e se mi lascio ascoltare spero , anzi sono quasi sicuro, che in mezzo alla folla, forse felice che mi ascolta, c’è qualcuno a cui una canzone può dare qualche sollievo, un respiro, un singhiozzo liberatorio, che so? Una consolazione,insomma....”
Un museo può avere tanti modi "per vivere" nella nostra memoria.
Quando sfilano davanti ai nostri occhi oggetti tecnologici, due sono generalmente le sensazioni: una emotiva legata al tempo nel quale l'oggetto, e noi stessi, siamo vissuti;
una seconda sensazione invece, più "razionale", è legata a ciò che l'oggetto stesso rappresenta di importante nella storia della nostra Società.