Ricordo una casa sempre piena di corrispondenza, cataloghi e classificatori di francobolli, pubblicazioni di ogni genere attinenti alla filatelia ed alla storia postale. Era la casa dei miei zii, da piccola ci andavamo spesso con i miei genitori: era per me un luogo magico, anche un po’ misterioso, la porta per viaggi immaginari senza tempo, a cavallo di buste e lettere viaggiate attraverso paesi, superando frontiere, anche alle volte attraverso istradamenti particolari, magari dovuti a conflitti o sommosse avvenuti nel corso di quegli anni passati.
Mi sono appassionata a questo mondo, alla “memorabilia di carta” come la chiamiamo noi, grazie a mio zio che da irriducibile collezionista mi ha guidato alle scoperte di questo affascinante mondo,
nel quale non c'è nulla improvvisato, tutto ha un perché: le emissioni, le tariffe e persino le colorazioni e gli annullamenti hanno un loro particolare significato, il bello è trovarlo, saper
risolvere ogni volta quel piccolo mistero, collegando eventi particolari, fatti storici, geografia politica e quanto altro possa servire a capire. Ricordo che stupore ebbi nello scoprire che
nell'Italia preunitaria era spesso impossibile formare una affrancatura "tricolore" al fine di non evocare movimenti risorgimentali e che sorpresa apprendere che lo splendido francobollo del Regno di
Sicilia, raffigurante l'effige di Re Ferdinando II, doveva essere annullato con un apposito bollo a forma di ferro di cavallo per non deturpare l'immagine del sovrano.
Ricordo veri e propri slalom in quelle stanze tra le pile di libri (da piccola li chiamavo “vecchi”, ora direi antichi) e le numerose scatole di legno, di ogni misura e fattura, piene di
corrispondenza che più tardi scoprii essere piene di “pezzi di vita” e documenti vari come lettere d’amore, lettere da e per campi di prigionia, cartoline illustrate rigorosamente in bianco e nero,
fotografie dalle Colonie di allora e da tutto il mondo.
Adoravo leggere quei carteggi e, a tutt'oggi, sono ancora affascinata da quelle piccole raccolte; molto spesso era un Lui che scriveva a una Lei, una Lei innamorata, che aveva tenute gelosamente conservate le lettere ricevute, in ordine cronologico, raccogliendole in gruppi, legate con nastri di velluto ormai scoloriti: quasi sempre erano carteggi unilaterali, sulle buste qualche nota tipo “risposto il…”; non si aveva quasi mai riscontro della risposta, si poteva soltanto intuire dalla nuova missiva inviata e cercare di immaginare il dialogo epistolare completo, che emozione! Mi sembrava di leggere romanzi d'amore, ma più avvincenti: erano storie vere.
Grazie a quelle lettere, molte sono state le scoperte che mi hanno intrigato e fatto sognare; come quando mi trovai ad esaminare della corrispondenza con annulli postali "molto particolari": il nome di un Grand Hotel o di un Albergo al posto del nome dell'ufficio postale. Scoprii quindi che a partire dal 1894 comparirono le Agenzie Postali, il loro scopo era favorire le esigenze di talune grosse ditte commerciali offrendo la possibilità di creare al loro interno un Ufficio Postale, aperto al pubblico e abilitato a svolgere tutte le operazioni, ma gestito privatamente.
Ora so che questi annulli sono molto difficili da reperire perché furono utilizzati solo per brevi periodi e su numeri di corrispondenze molto limitato; ricordo ancora quando, con in mano una di quelle buste, immaginavo ad occhi aperti la Hall di questi Grand Hotel di inizio secolo; erano Hall affollate, spaziose, magari in stile liberty, pieni di luci, colori e arredi lussuosi e li, in un angolo, un piccolo e efficientissimo ufficio postale che rappresentava, per gli ospiti dell'epoca, un moderno e meraviglioso collegamento con il mondo esterno.
(Michela Cristiani)