Nella seconda strofa della poesia "La Leggenda del Piave", il poeta Giovanni Gaeta, meglio conosciuto con le pseudonimo E. A. Mario,
si riferisce alla disfatta di Caporetto:
«Ma in una notte triste si parlò di tradimento / e il Piave udiva l’ira e lo sgomento».
In questi versi la disfatta dell'esercito italiano allora fu referita al tradimento di un reparto italiano, ciò, che in un primo tempo fecero credere i vertici militari, invece le colpe maggiori sono di ordine strategico e non possono che essere attribuite al Comando Supremo Militare Italiano.
Nel dopoguerra si scoprì che quel reparto, in effetti, non si era ritirato ma aveva resistito all'assalto ed era stato completamente distrutto.
La parola “tradimento” venne così sostituita in "fosco evento".
Ripercorriamo gli eventi di quella disfatta dal testo dei documentari “La grande guerra”, realizzati da Hombert Bianchi in occasione del cinquantesimo anniversario del conflitto.
"Nell’autunno del 1917, con il fronte russo ormai inattivo, i tedeschi sono pronti ad affiancare gli austriaci per dare il colpo decisivo all’Italia.
In gran segreto, ammassano uomini e mezzi su una linea che va dal Monte Rombon a Selo sull’Isonzo.
L’offensiva e` guidata dal generale tedesco Otto Von Below. Gli italiani, colti di sorpresa, sono stavolta in grave svantaggio numerico.
Alle 2 del mattino del 24 ottobre inizia il tiro a gas sulle prime linee italiane. All’alba, il bombardamento di artiglieria. Poi, in diversi punti del fronte, partono attacchi di fanteria che seguono la tattica dell’infiltrazione rapida.
Il 25 ottobre le difese italiane crollano ovunque. L’interruzione di tutte le linee di comunicazione e la lontananza delle riserve, costringe i reparti italiani a una ritirata disordinata che presto diviene una rotta.
Il 28 ottobre l’alto comando militare italiano tenta di attribuire la responsabilità della disfatta alla vilta` di reparti della seconda armata ma il capo del governo, Orlando, subito smentisce. Infine, tra l’8 e il 12 novembre, la seconda e la terza armata italiane sono costrette a posizionarsi sul Piave, mentre la quarta si attesta sul Monte Grappa e sul Montello".